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PERCHE’ L’UNGHERIA HA PAURA DEI PROFUGHI

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Il muro che separerà l’Ungheria dalla Serbia dovrebbe essere pronto la prossima settimana. Una sconfitta per l’Europa che vedrà sorgere nel suo cuore una nuova barriera, un argine tra Occidente e Oriente, fra benessere e disperazione. L’edificazione, annunciata già da qualche mese dal premier populista Orban, rappresenta il culmine di una settimana di fuoco, iniziata con i treni bloccati alla stazione di Budapest e proseguita con lo sgambetto a un profugo da parte di Petra Laszlo, “giornalista” del quotidiano di destra “Magyar Nemzet”, di cui è stato annunciato il licenziamento. Nel mezzo ci sono le drammatiche immagini dei migranti asserragliati dietro le recinzioni di metallo di uno dei due campi di accoglienza di Roszke con il cibo lanciato oltre le sbarre a centinaia di persone.

Senza dimenticare le dichiarazioni del vescovo Laszlo Kiss-Rigo che ha dato torto al Papa sul tema dell’accoglienza nel suo Paese e ha parlato di una vera e propria “invasione” islamica per sradicare il cristianesimo dall’Europa. “Ha ragione – ha raccontato a Interris.it una fonte locale che ci ha chiesto di restare anonima – vogliono distruggere la cultura europea e cristiana. Solo pochi di quanti arrivano sono profughi, la maggior parte sono militari dell’Isis, in attesa di un comando del Califfo. Vedrete cosa succederà in Europa”. Secondo il nostro interlocutore la verità sarebbe diversa da quella raccontata dai mass media internazionali. “In Ungheria i migranti non vengono maltrattati, sono loro che si comportano male. Arrivano con il tablet, senza documenti e non vogliono registrarsi, mentre le autorità chiedono loro solo questo”. E non è vero, afferma, che sono trattati “come animali, sono loro che si comportano così”. Chi sta arrivando sul territorio ungherese, insomma, “non rispetta le regole, non vuole fornire generalità nei centri di accoglienza, rifiuta persino il cibo”. Non solo ma, secondo quanto ci racconta la fonte, l’esodo di immigrati dalla Siria avrebbe una regia e un preciso scopo: “destabilizzare uno Stato che si oppone alle politiche dell’Unione Europea”.

Parole che ci fanno capire come il problema venga percepito dall’interno. E che, tuttavia, non giustificano le misure estreme adottate dal governo ungherese. Visto e considerato che, in questa moltitudine, si sono anche donne, anziani e minori. Persone fragili e deboli, non soldati. L’ultima mossa di Orban è stata l’annuncio di voler arrestare, a partire dal 15 settembre, quelli che entreranno in modo illegale in Ungheria, forte delle nuove severe leggi sull’immigrazione. Sono state pensate con l’obiettivo di contrastare gli arrivi, mentre nel Paese quest’anno sono entrate 170mila persone e secondo il ministero della Giustizia il numero a fine anno potrebbe arrivare a 500mila. Chi entra illegalmente rischierà sino a 5 anni di carcere. Tra i nuovi reati ci sarà anche il danneggiamento delle barriere alla frontiera, come quella lunga 175 chilometri in via di costruzione sul confine serbo. “Dal 15 settembre, le autorità ungheresi non perdoneranno gli attraversamenti illegali”, ha detto il conservatore che ha trasformato in proprie bandiere gli slogan sulla lotta per preservare l’identità cristiana e la prosperità europea. “Hanno invaso stazioni ferroviarie, rifiutato di registrare le impronte digitali, non hanno collaborato e non vogliono andare in posti dove otterrebbero acqua, cibo, sistemazione e cure mediche. Si sono ribellati al sistema legale ungherese”, ha detto ai reporter.

Per cercare di sbloccare la situazione il ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier ha incontrato a Praga i Paesi del gruppo Visegrad (Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria e Polonia), contrari al meccanismo delle quote voluto dalla Commissione europea per distribuire i rifugiati nel blocco. “Ho detto ai miei colleghi che dobbiamo concordare su un meccanismo equo di redistribuzione dei migranti”, ha dichiarato Steinmeier, sottolineando anche che il peso dell’emergenza non può essere sulle spalle di un solo Paese. La Germania si aspetta di dover accogliere 800mila rifugiati quest’anno, e solo nel prossimo settimana prevede che potrebbero essere 40mila quelli in arrivo. Sul tragitto verso la meta della gran parte dei rifugiati, quella Germania che giorni fa ha aperto le porte ai siriani, giovedì 8mila persone hanno varcato il confine tra Ungheria e Austria e altre 3.600 sono arrivate nella notte. Secondo la polizia, circa 1.500 persone sono state costrette a dormire all’aperto stanotte, a temperature inferiori ai 10 gradi. Mentre i collegamenti delle ferrovie austriache resteranno sospesi ancora nel fine settimana per il “massiccio sovraccarico” di migranti, anche l’autostrada verso l’Ungheria è stata parzialmente chiusa. E molti continuano a tentare di spostarsi a piedi verso ovest. Un dramma continuo, frutto di Europa miope che, come di consueto, quando la bolla è esplosa, non ha potuto far altro se non metterci la solita pezza.

Luca La Mantia: