Paura in Thailandia, dove due ordigni sono esplosi all’interno del resort Hua Hin. Al momento le autorità hanno comunicato un bilancio provvisorio che parla di una donna morta e almeno 10 feriti, tra cui anche alcuni turisti stranieri. Secondo le prime informazioni rilasciate dalla polizia le bombe erano state nascoste in due vasi di piante e sono stati fatti esplodere a distanza, grazie all’uso di un telefono cellulare.
La prima delle due bombe, rivela la polizia, è esplosa in un vaso poco prima delle 22:00 locali (le 15:00 in Italia), creando panico ma senza ferire nessuno. A uccidere la donna e a ferire le altre persone è stata la seconda bomba, esplosa alle 22:20 in un’altra fioriera a una cinquantina di metri di distanza dalla prima davanti a un affollato bar.
Secondo quanto scritto dalla Bbc il resort di Hua Hin è molto popolare, soprattutto tra i turisti stranieri. In Thailandia è attivo da 12 anni un movimento separatista armato del sud.
L’attentato cade a una settimana dal referendum che ha approvato la nuova Costituzione di ispirazione militare e che costituisce una vittoria per il premier Prayuth Chan-ocha e alla vigilia del compleanno della regina, che da alcuni mesi assiste in ospedale l’88enne re Bhumibol, afflitto da un’infezione. Qualunque sia la matrice, la Thailandia viene colpita dal terrorismo stragista per la seconda volta in un anno: il 17 agosto del 2015 a Bangkok ci fu un duplice attentato dinamitardo che uccise 20 persone nel tempio di Erawan e nel distretto di Pathum Wan. In quel caso venne fuori che il sospetto responsabile, catturato sulla base di immagini video, era collegato agli ultranazionalisti turchi Lupi Grigi, che avrebbero così voluto vendicare la consegna alla Cina da parte della Thailandia di alcuni militanti Uighuri (l’etnia turcofona e musulmana che si considera oppressa da Pechino).