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Parolin all’Onu: “Fermare escalation in Medio Oriente”

Il segretario di Stato Vaticano cardinale Pietro Parolin ha parlato all'assemblea delle Nazioni unite chiedendo il rispetto del diritto internazionale e il cessate il fuoco

Un’intera regione a rischio, con l’escalation militare tra Hezbollah e Israele che rischia di compromettere i già flebili equilibri del Medio Oriente. Per questo il segretario di Stato Vaticano, il cardinale Pietro Parolin, ha rivolto l’ennesimo appello della Santa Sede alla pace, ad un cessate il fuoco che possa ridare serenità e speranza a popolazioni ormai devastate dalle incessanti guerre. E poi un monito a “rispettare il diritto umanitario internazionale in tutti i conflitti”.

Fermare l’escalation

Dal pulpito dell’assemblea delle Nazioni Unite, a New York, il rappresentante vaticano ha voluto soffermarsi sui conflitti che stanno devastando il Medio Oriente nel giorno dell’uccisione del leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah. Un intervento di venti minuti di particolare rilievo considerando l’importanza del mondo cattolico in Libano, dove per anni la chiesa maronita ha contribuito in gran parte alla stabilità del Paese. “L’attuale situazione in Libano – ha detto – rappresenta un motivo significante di preoccupazione per la Santa Sede. L’aumento continuo del conflitto tra Hezbollah e l’esercito israeliano sta avendo un considerevole impatto sulla situazione nel sud del Libano e a nord di Israele, mettendo ad alto rischio l’intera regione. Questo ha causato un grande numero di sfollati e una considerevole perdita di vite umane, inclusi civili e bambini”. “La Santa Sede – è stato l’appello del cardinale – chiede a tutte le parti in campo di aderire ai principi del diritto internazionale e di fermare l’escalation fino ad arrivare a un cessate il fuoco senza indugio“.

Proporzionalità risposta israeliana

Durante il suo discorso, nel quale ha toccato numerosi argomenti – compreso quello della maternità surrogata – Parolin ha voluto però soffermarsi nel condannare tutte le guerre, dalla Siria al Sud Sudan, dal Mozambico al Congo. Particolare accento, inevitabilmente, sul conflitto israelo-palestinese. “La Santa Sede – ha sottolineato – continua ad essere preoccupata sull’instabilità continua in Medio Oriente, in particolare in seguito all’attacco terroristico del 7 ottobre 2023 in Israele da parte di Hamas e di altri gruppi armati palestinesi. Tuttavia, la risposta militare di Israele, considerando l’alto numero delle vittime civili, solleva molti interrogativi sulla sua proporzionalità“.

La soluzione dei due Stati

Il segretario di Stato vaticano ha chiesto poi “un immediato cessate il fuoco a Gaza, in Cisgiordania, così come il rilascio degli ostaggi israeliani a Gaza”. “L’unica soluzione possibile – ha concluso – è quella di due Stati con Gerusalemme dotata di status speciale. Entrambe le parti devono abbandonare ogni forma di violenza, coercizione e azioni unilaterali, così come gli insediamenti israeliani nei territori palestinesi“.

Fonte Ansa

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