Parigi, Macron omaggia Paty alla Sorbonne: “Volto della libertà”

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“Continueremo la battaglia per la libertà”. Una frase che il presidente francese, Emmanuel Macron, scandisce con decisione dal palco della Sorbonne di Parigi, dove è stata organizzata la cerimonia per Samuel Paty. L’insegnante di storia, assassinato e decapitato una settimana fa per aver mostrato le vignette di Charlie Hebdo, è stato insignito della Legion d’Onore postuma. “Il volto della libertà”, lo ha definito Macron, riferendosi a chi lo ha ucciso come “barbaro”. “Non parlerò del corteo dei terroristi – ha detto il capo dell’Eliseo -. Né dei loro complici e di tutti i codardi che hanno commesso e reso possibile questo attentato. Non parlerò di coloro che hanno dato il suo nome ai barbari. Non lo meritano”. Samuel Paty, ha detto il presidente, “era uno di quegli insegnanti che non dimenticheremo mai”, perché “mostra la grandezza del pensiero, insegna il rispetto, mostra cos’è la civiltà”.

L’insegnamento di Paty

Nel suo discorso, durato circa quindici minuti, Macron ha assicurato che la Francia “non rinuncerà alle caricature e ai disegni”. Il Paese “difenderà la libertà” che il professor Paty “ha insegnato così bene” e “promuoverà la laicità”. L’insegnante “è diventato il volto della Repubblica: continueremo questa lotta per la libertà e per la ragione di cui ora è l’immagine”. La cerimonia si è svolta in modo semplice, nel rispetto delle normative anti-Covid. Ma la commozione del popolo francese è palpabile, così come lo sbigottimento per la violenza perpetrata nell’uccisione dell’insegnante. Una ferocia che, come ha più volte ripetuto il Capo dello Stato di Francia, “non resterà impunita”.

L’omaggio in Nuova Caledonia

Tanti gli omaggi per l’insegnante di Conflans-Saint-Honorine, persino al di fuori dei confini francesi. In Nuova Caledonia ad esempio, come riferito da Le Monde, sono stati resi due tributi a Paty, sia nell’ambito di una manifestazione popolare che in una cerimonia ufficiale in un college locale. Una dimostrazione ulteriore di come, al di là dei numeri, il filo rosso che lega la Francia al territorio oceanico (che recentemente ha votato ancora per restare sotto l’egida di Parigi) sia ancora ben saldo. Specie dinnanzi al riverbero della furia terrorista, davanti alla quale la risposta deve continuare a essere coesa.

Damiano Mattana: