Vedere, condividere, custodire. Sono i tre verbi che Papa Francesco consegna nella prima Giornata mondiale dei Nonni e degli anziani. L’omelia della Santa Messa, letta da mons. Rino Fisichella, offre la chiave di lettura per leggere l’importanza di coloro che rappresentano la memoria della nostra società. Vedere, perché quello di Gesù “è uno sguardo attento, che si accorge di noi, che scruta le attese che portiamo nel cuore, che scorge la fatica, la stanchezza e la speranza con cui andiamo avanti”. E questo è anche lo sguardo che “i nonni e gli anziani hanno avuto sulla nostra vita“. Il modo con cui si sono presi cura di noi, con occhi colmi di tenerezza. Per questo occorre chiedersi quale sia lo sguardo che viene da noi posto verso di loro: “Soffro quando vedo una società che corre, indaffarata e indifferente, presa da troppe cose e incapace di fermarsi per rivolgere uno sguardo, un saluto, una carezza… I nonni, che hanno nutrito la nostra vita, oggi hanno fame di noi: della nostra attenzione, della nostra tenerezza”.
Nonni, un tesoro da condividere
Poi condividere, il secondo verbo. Perché Gesù desidera anche sfamare. “Oggi c’è bisogno di una nuova alleanza tra giovani e anziani, c’è bisogno di condividere il tesoro comune della vita, di sognare insieme, di superare i conflitti tra generazioni per preparare il futuro di tutti. Senza questa alleanza di vita, di sogni, di futuro, rischiamo di morire di fame, perché aumentano i legami spezzati, le solitudini, gli egoismi, le forze disgregatrici“. La visione di una società individualista uccide. Il Vangelo ci esorta “a condividere ciò che siamo e ciò che abbiamo: solo così possiamo essere saziati”. Giovani e anziani insieme: i primi “profeti del futuro che non dimenticano la storia da cui provengono”. I secondi, “sognatori mai stanchi che trasmettono esperienza ai giovani, senza sbarrare loro la strada”.
Custodire la memoria
E da qui scaturisce il terzo verbo, custodire. “Un piccolo pezzo di pane può sembrare poca cosa, ma agli occhi di Dio niente deve essere scartato. A maggior ragione nessuno è da scartare”. Nonni e anziani “non sono degli avanzi di vita, degli scarti da buttare. Sono quei pezzi di pane preziosi rimasti sulla tavola della nostra vita, che possono ancora nutrirci con una fragranza che abbiamo perso“. Custodire gli anziani affinché nulla vada perduto: “Nulla della loro vita e dei loro sogni”.