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Papa Francesco all’Azione Cattolica: “Siate portabandiera della sinodalità”

Il discorso del Pontefice all'Associazione Cattolica: "All'origine delle guerres pesso ci sono abbracci mancati o rifiutati"

Papa Francesco ha ricevuto in udienza i giovani dell’Azione Cattolica. A loro ha consegnato il mandato di essere “portabandiera della sinodalità” e, parlado alla folla, ha voluto sottolineare come “all’origine delle guerre spesso ci sono abbracci mancati o rifiutati”.

Siate portabandiera della sinodalità

Vedervi qui tutti insieme – ragazzi, famiglie, uomini e donne, studenti, lavoratori, giovani, adulti e ‘adultissimi’, come chiamate quelli della mia generazione – mi fa venire in mente il Sinodo”. E’ l’immagine scelta dal Papa a conclusione del suo discorso rivolto all’Azione cattolica italiana, radunata in piazza San Pietro per l’incontro “A braccia aperte”. “E penso al Sinodo in corso, che giunge alla sua terza tappa, la più impegnativa e importante, quella profetica”, ha proseguito Francesco: “La cosa più importante di questo sinodo è la sinodalità. Per questo c’è bisogno di gente forgiata dallo Spirito, di ‘pellegrini di speranza’, come dice il tema del Giubileo ormai vicino, capaci di tracciare e percorrere sentieri nuovi e impegnativi”. “Essere atleti e portabandiera di sinodalità, nelle diocesi e nelle parrocchie di cui fate parte, per una piena attuazione del cammino fino ad oggi”, l’invito del Papa: “Nei mesi scorsi avete vissuto, nelle vostre comunità, momenti di intensa esperienza associativa, con il rinnovo dei responsabili a livello diocesano e parrocchiale, e questa sera inizierà la XVIII Assemblea generale. Vi auguro di vivere anche queste esperienze non come adempimenti formali, ma come momenti di comunione e corresponsabilità ecclesiale, in cui contagiarsi a vicenda con abbracci di affetto e di stima fraterna”.

Far crescere la cultura dell’abbraccio

“Amici, voi sarete tanto più presenza di Cristo quanto più saprete stringere a voi e sorreggere ogni fratello bisognoso con braccia misericordiose e compassionevoli, da laici impegnati nelle vicende del mondo e della storia, ricchi di una grande tradizione, formati e competenti in ciò che riguarda le vostre responsabilità, e al tempo stesso umili e ferventi nella vita dello spirito”. È l’identikit di ogni membro dell’Azione cattolica italiana, disegnato dal Papa nel discorso pronunciato in piazza San Pietro, davanti ad oltre 50mila persone arrivate da tutte le diocesi d’Italia. “Così potrete porre segni concreti di cambiamento secondo il Vangelo a livello sociale, culturale, politico ed economico nei contesti in cui operate”, ha assicurato Francesco a proposito dell’”abbraccio della carità”, “unico contrassegno essenziale dei discepoli di Cristo”: “Allora la cultura dell’abbraccio, attraverso i vostri cammini personali e comunitari, crescerà nella Chiesa e nella società, rinnovando le relazioni familiari ed educative, i processi di riconciliazione e di giustizia, gli sforzi di comunione e di corresponsabilità, costruendo legami per un futuro di pace”.

Lasciamoci abbracciare come bambini

Non perdiamo mai di vista l’abbraccio del Padre che salva, paradigma della vita e cuore del Vangelo, modello di radicalità dell’amore, che si nutre e si ispira al dono gratuito e sempre sovrabbondante di Dio”. È la consegna del Papa all’Azione cattolica italiana, incontrata in piazza San Pietro nel giorno della Festa della Liberazione. “Lasciamoci abbracciare da lui, come bambini, e così dall’abbraccio del Signore impariamo ad abbracciare gli altri”.

Abbracci mancati all’origine delle guerre

All’origine delle guerre ci sono spesso abbracci mancati o rifiutati, a cui seguono pregiudizi, incomprensioni e sospetti, fino a vedere nell’altro un nemico”. Ne è convinto il Papa, che nel discorso rivolto ai membri dell’Azione Cattolica Italiana, riuniti in piazza San Pietro nel giorno della Festa della Liberazione ha denunciato come “tutto ciò purtroppo, in questi giorni, è sotto i nostri occhi, in troppe parti del mondo!”. “Lo slancio che oggi esprimete in modo così festoso non è sempre accolto con favore nel nostro mondo”, l’analisi di Francesco: “a volte incontra chiusure e resistenze, per cui le braccia si irrigidiscono e le mani si serrano minacciose, divenendo non più veicoli di fraternità, ma di rifiuto e contrapposizione, anche violenta, di diffidenza nei confronti degli altri, vicini e lontani, fino a portare al conflitto”. “Quando l’abbraccio si trasforma in un pugno è molto pericoloso”, ha aggiunto a braccio. ”. “Con la vostra presenza e con il vostro lavoro, invece, voi potete testimoniare a tutti che la via dell’abbraccio è la via della vita”, l’omaggio del Papa.

L’abbraccio che salva la vita

Grazie per questo abbraccio così intenso e bello, che da qui vuole allargarsi a tutta l’umanità, specialmente a chi soffre”. È il saluto del Papa agli oltre 50mila soci dell’Azione Cattolica, provenienti da tutte le diocesi, che affollano oggi piazza San Pietro per l’incontro dal titolo “A braccia aperte”. “L’abbraccio è una delle espressioni più spontanee dell’esperienza umana”, ha ricordato Francesco: “La vita dell’uomo si apre con un abbraccio, quello dei genitori, primo gesto di accoglienza, a cui ne seguono tanti altri, che danno senso e valore ai giorni e agli anni, fino all’ultimo, quello del congedo dal cammino terreno. E soprattutto è avvolta dal grande abbraccio di Dio, che ci ama per primo e non smette mai di stringerci a sé, specialmente quando ritorniamo dopo esserci perduti, come ci mostra la parabola del Padre misericordioso”. “Cosa sarebbe la nostra vita, e come potrebbe realizzarsi la missione della Chiesa senza questi abbracci?”, si è chiesto il Papa, che ha proposto ai presenti una riflessone su “tre tipi di abbraccio: l’abbraccio che manca, l’abbraccio che salva, l’abbraccio che cambia la vita”.

Fonte Agensir

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