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Papa Francesco ai dirigenti Rai: “L’informazione deve essere ‘ecologica’, umana”

Il testo integrale del discorso pronunciato da Papa Francesco in occasione dell'udienza ai dirigenti e al personale della Rai

Papa Francesco ha ricevuto in udienza il dirigenti e il personale della Rai-Radio Televisione Italiana. Pubblichiamo il testo integrale pronunciato dal Pontefice nel corso dell’incontro avvenuto nell’Aula Paolo VI.Ā 

Il testo pronunciato dal Papa

“Cari amici, buongiorno e benvenuti! Saluto lā€™Amministratore delegato, il Direttore generale, i membri del Consiglio di Amministrazione, i dirigenti, i giornalisti, i collaboratori, gli artisti, i tecnici, e le vostre famiglie. ƈ bello che siate qui come una grande comunitĆ . Sono contento di incontrarvi e auguro a tutti voi un buon anniversario! Settantā€™anni di televisione, cento di radio: un doppio compleanno, che da un lato vi invita a guardare indietro, alla vostra storia, tanto intrecciata con quella italiana; e dallā€™altro vi sfida a guardare avanti, al futuro, al ruolo che avrete in un tempo tutto da costruire, dove ogni vita ĆØ sempre piĆ¹ connessa con le altre, a livello globale. Inoltre, siamo in Vaticano, e molti di voi conoscono bene questi luoghi, perchĆ© la RAI fin dalla sua nascita ha sempre seguito da vicino i passi dei Successori di Pietro. Essa, perĆ², in tutti questi anni, non ĆØ stata solo testimone dei processi di cambiamento della nostra societĆ : in parte, li ha anche costruiti, e da protagonista. I media, infatti, influiscono sulle nostre identitĆ , nel bene e nel male. E qui ĆØ il senso del servizio pubblico che svolgete. PerciĆ² vorrei riflettere con voi proprio su queste due parole servizio e pubblico, perchĆ© esse descrivono molto
bene il fondamento della vostra missione: la comunicazione come dono alla comunitĆ .

La prima parola, quella su cui mi soffermerĆ² di piĆ¹, ĆØ servizio. ƈ una parola che spesso riduciamo al suo significato strumentale, finendo per confondere il servire con il servirsi, la dedizione con lā€™uso. Il vostro lavoro, invece, vuole essere soprattutto una risposta ai bisogni dei cittadini, in spirito di apertura universale, con unā€™azione capace di articolarsi sul territorio senza diventare spirito di apertura universale, con unā€™azione capace di articolarsi sul territorio senza diventare localista, nel rispetto e nella promozione della dignitĆ  di ogni persona. Un contributo alla veritĆ  e al localista, nel rispetto e nella promozione della dignitĆ  di ogni persona. Un contributo alla veritĆ  e al bene comune che assume risvolti precisi nellā€™informazione, nellā€™intrattenimento, nella cultura e bene comune che assume risvolti precisi nellā€™informazione, nellā€™intrattenimento, nella cultura e nella tecnologia.nella tecnologia. Nel campo dellā€™informazione, servire significa essenzialmente cercare e promuovere la veritĆ , ad esempio contrastando il diffondersi delle fake news e il subdolo disegno di chi cerca di influenzare lā€™opinione pubblica in modo ideologico, mentendo e disgregando il tessuto sociale.

Significa evitare ogni riduzione ingannevole, ricordando che la veritĆ  ĆØ ā€œsinfonicaā€ e che la si coglie meglio imparando ad ascoltare la varietĆ  delle voci si coglie meglio imparando ad ascoltare la varietĆ  delle voci ā€“ come in un coro ā€“ piuttosto che gridando sempre e soltanto la propria idea. Significa, ancora, servire il diritto dei cittadini a una corretta informazione, trasmessa senza pregiudizi, non traendo conclusioni affrettate ma prendendo il tempo necessario per capire e per riflettere e combattendo lā€™inquinamento cognitivo, perchĆ© anche lā€™informazione devā€™essereĀ  ā€œecologicaā€, cioĆØ umana.

Significa, infine, garantire un pluralismo rispettoso delle diverse opinioni e fonti perchĆ©,Ā  come giĆ  affermava San Giovanni Paolo II, Ā«la veritĆ  [ā€¦], anche quando la si ĆØ raggiunta ā€” e ciĆ² e ciĆ² avviene sempre in modo limitato e perfettibile ā€” non puĆ² mai essere imposta. Il rispetto della coscienza altrui, nella quale si riflette lā€™immagine stessa di Dio (cfr coscienza altrui, nella quale si riflette lā€™immagine stessa di Dio (cfr Gen1,26-27), consente solo di proporre la veritĆ  all’altro, al quale spetta poi di responsabilmente accoglierlaĀ» (Messaggio per la Messaggio per la XXXV Giornata Mondiale della Pace 1Ā° gennaio 2002. Per questo vi esorto a coltivare il dialogo, tessendo trame di unitĆ .tessendo trame di unitĆ .

Il vostro servizio pubblico perĆ² non riguarda solo lā€™informazione. Il pluralismo riguarda anche i linguaggi della comunicazione. Penso al cinema, alla anche i linguaggi della comunicazione. Penso al cinema, alla fictionfiction, alle serie tv ai programmi culturali e di intrattenimento, al racconto dello sport, ai programmi per bambini. In proposito, nella nostra epoca ricca di tecnica ma a volte povera di umanitĆ , ĆØ importante promuovere la ricerca della bellezza, avviare dinamiche di solidarietĆ , custodire la libertĆ , lavorare perchĆ© ogni espressione artistica aiuti tutti e ciascuno ad elevarsi, a riflettere, a emozionarsi, a sorridere e anche a piangere di commozione, per trovare nella vita un senso, una prospettiva di bene, un significato che non quello di arrendersi al peggio.

Quanto alla tecnica e alla tecnologia, poi, sono tante le domande che ci interpellano. In particolare oggi Ā«ĆØ necessario agire preventivamente, proponendo modelli di regolamentazione etica per arginare i risvolti dannosi e discriminatori, socialmente ingiusti, dei sistemi di intelligenza artificiale e per contrastare il loro utilizzo nella riduzione del pluralismo, nella polarizzazione artificiale e per contrastare il loro utilizzo nella riduzione del pluralismo, nella polarizzazione dellā€™opinione pubblica o nella costruzione di un pensiero unicoĀ» (Messaggio per la LVIII Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, 24 gennaio 2024).

Dunque, tutto questo era riferito al servizio. Veniamo ora alla seconda parola: pubblico. Essa sottolinea prima di tutto che il vostro lavoro ĆØ connesso al bene comune, di tutti e non solo di qualcuno. CiĆ² comporta in primo luogo lā€™impegno a considerare e a dar voce specialmente agli agli ultimi, ai piĆ¹ poveri, a chi non ha voce, a chi ĆØ scartato. Implica inoltre la vocazione ad essere strumento di crescita nella conoscenza, a far riflettereĀ e non ad alienare, ad aprire nuovi sguardi sulla realtĆ  e non ad alimentare bolle di indifferenza e non ad alienare, ad aprire nuovi sguardi sulla realtĆ , a educare i giovani a sognare in grande, con la mente e gli occhi aperti.

Lā€™intero sistema dei media, in questo senso, a livello globale, ha bisogno di essere provocato e stimolato a uscire da sĆ© e a mettersi in discussione, per guardare al di lĆ , oltre. Ed ĆØ, questa, una responsabilitĆ  alla quale non potete sottrarvi, se volete tenere alto il livello della comunicazione. Non bisogna inseguire gli ascolti a scapito dei contenuti: si tratta piuttosto di costruire, attraverso la vostra offerta, una domanda diffusa di qualitĆ . Del resto la comunicazione, proprio in quanto dialogo per il bene di tutti, puĆ² svolgere nel nostro tempo un ruolo fondamentale anche nel ritessere valori socialmente vitali come la cittadinanza e la partecipazione.

Cari fratelli e sorelle, la RAI entra ogni giorno in tante case italiane, praticamente in tutte, ed ĆØ bello pensare alla sua presenza non come a una ā€œcattedra di tuttologiā€, ma a un gruppo di amici che bussano alla porta per fare una sorpresa, per offrire compagnia, per condividere gioie e dolori, per promuovere in famiglia e nella societĆ  unitĆ  e riconciliazione, ascolto e dialogo, per informare e anche per mettersi in ascolto, con rispetto e umiltĆ . Vi incoraggio a camminare su questa strada. Invoco su di voi la benedizione di Dio, affidando ciascuno alla materna intercessione di Maria Santissima. E per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Grazie!”.

Dal bollettino della Sala Stampa Vaticana

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