Il Papa all’Angelus: “Fraternità e cura del Creato, l’unica via per pace e sviluppo integrale”

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“I segni dei tempi mostrano chiaramente che la fraternità umana e la cura del creato formano l’unica via verso lo sviluppo integrale e la pace, già indicata dai Santi Papi Giovanni XXIII, Paolo VI e Giovanni Paolo II”. A una giornata dalla firma della sua terza Enciclica, Fratelli tutti, Papa Francesco ricorda all’Angelus quanto ci sia bisogno, oggi, di “fraternità e amicizia sociale”. E quanto occorra riflettere sulla reale capacità di mettere in pratica il senso vero di tali valori. “L’ho offerta a Dio sulla tomba di San Francesco, che me l’ha ispirata, come la precedente Laudato si’ Oggi, a voi che siete in Piazza“. E rivolge una preghiera affinché “San Francesco accompagni il cammino di fraternità nella Chiesa, tra i credenti di ogni religione e tra tutti i popoli”.

La parabola

Una riflessione, quella dell’Angelus, incentrata sull’immagine data dal racconto del padrone e della sua vigna, affidata ai contadini che, al momento di consegnare i frutti, uccidono i suoi servi e anche il figlio. “L’immagine della vigna è chiara – spiega Papa Francesco – rappresenta il popolo che il Signore si è scelto e ha formato con tanta cura; i servi mandati dal padrone sono i profeti, inviati da Dio, mentre il figlio è figura di Gesù. E come furono rifiutati i profeti, così anche il Cristo è stato respinto e ucciso”. Cosa farà, dice Gesù ai capi del popolo, “quando verrà il padrone della vigna”?. Il padrone, dicono, “punirà severamente quei malvagi e affiderà la vigna ‘ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo’”. Una parabola molto dura, con la Gesù “mette i suoi interlocutori di fronte alla loro responsabilità, e lo fa con estrema chiarezza. Ma non pensiamo che questo ammonimento valga solo per quelli che rifiutarono Gesù in quel tempo. Vale per ogni tempo, anche per il nostro. Anche oggi Dio aspetta i frutti della sua vigna da coloro che ha inviato a lavorare in essa. Tutti noi”.

Operai nella Vigna

In ogni epoca, ricorda il Santo Padre, “coloro che hanno un’autorità, qualsiasi autorità, anche nella Chiesa, nel popolo di Dio, possono essere tentati di fare i propri interessi, invece di quelli di Dio stesso”. E Gesù “dice che la vera autorità è quando si fa il servizio, è nel servire, non sfruttare gli altri. La vigna è del Signore, non nostra. L’autorità è un servizio, e come tale va esercitata, per il bene di tutti e per la diffusione del Vangelo. È brutto vedere quando nella Chiesa le persone che hanno autorità cercano i propri interessi”. E’ San Paolo, nella lettera ai Filippesi, a spiegare “come essere buoni operai della vigna del Signore: quello che è vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato; ciò che è virtù e merita lode, tutto questo sia oggetto quotidiano del nostro impegno”. Un impegno quotidiano che ci porterà a diventare “una Chiesa sempre più ricca di frutti di santità, daremo gloria al Padre che ci ama con infinita tenerezza, al Figlio che continua a donarci la salvezza, allo Spirito che ci apre il cuore e ci spinge verso la pienezza del bene”.

Damiano Mattana: