Papa all’Angelus: “La croce non va ridotta a oggetto scaramantico”. Appello per il dialogo nel Mediterraneo

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“Seguo con preoccupazione le tensioni nella zona del Mediterraneo orientale, insediata da vari focolai di instabilità. Faccio appello al dialogo costruttivo e al rispetto delle leggi internazionali per risolvere i conflitti che minacciano la pace e i popoli di quella regione”, afferma il Pontefice.  “L’impegno di ‘prendere la croce‘ diventa partecipazione con Cristo alla salvezza del mondo- afferma papa Francesco all’Angelus-. Pensando a questo, facciamo in modo che la croce appesa alla parete di casa, o quella piccola che portiamo al collo, sia segno del nostro desiderio di unirci a Cristo nel servire con amore i fratelli, specialmente i più piccoli e fragili“. Aggiunge il Pontefice: “La croce è segno santo dell’Amore di Dio e del Sacrificio di Gesù, e non va ridotta a oggetto scaramantico oppure a monile ornamentale. Ogni volta che fissiamo lo sguardo sull’immagine di Cristo crocifisso, pensiamo che Lui, come vero Servo del Signore, ha realizzato la sua missione dando la vita. Versando il suo sangue per la remissione dei peccati. Di conseguenza, se vogliamo essere suoi discepoli, siamo chiamati a imitarlo, spendendo senza riserve la nostra vita per amore di Dio e del prossimo”.

Il senso della Croce

Evidenzia Jorge Mario Bergoglio: “L’odierno brano evangelico (Mt 16,21-27) è collegato a quello di domenica scorsa (Mt 16,13-20). Dopo che Pietro, a nome anche degli altri discepoli, ha professato la fede in Gesù come Messia e Figlio di Dio, Gesù stesso incomincia a parlare loro della sua passione. Lungo il cammino verso Gerusalemme, spiega apertamente ai suoi amici ciò che lo attende alla fine nella città santa. Preannuncia il suo mistero di morte e di risurrezione, di umiliazione e di gloria. Dice che dovrà ‘soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno‘. Ma le sue parole non sono comprese, perché i discepoli hanno una fede ancora immatura e troppo legata alla mentalità di questo mondo. Di fronte alla prospettiva che Gesù possa fallire e morire in croce, lo stesso Pietro si ribella e gli dice: ‘Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai!’. Crede in Gesù, lo vuole seguire, ma non accetta che la sua gloria passi attraverso la passione. Per Pietro e gli altri discepoli – ma anche per noi! – la croce è uno ‘scandalo’. Mentre Gesù considera “scandalo” il fuggire dalla croce, che vorrebbe dire sottrarsi alla volontà del Padre, alla missione che Lui gli ha affidato per la nostra salvezza”.

Foto © Gerald Herbert per AP

Vade retro

Per questo Gesù risponde a Pietro: ‘Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!’. Rivolgendosi poi a tutti, Gesù aggiunge: ‘Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua’. In questo modo Egli indica la via del vero discepolo, mostrando due atteggiamenti. Il primo è ‘rinunciare a se stessi’, che non significa un cambiamento superficiale, ma una conversione, un capovolgimento di valori. L’altro atteggiamento è quello di prendere la propria croce. Non si tratta solo di sopportare con pazienza le tribolazioni quotidiane, ma di portare con fede e responsabilità quella parte di fatica e di sofferenza che la lotta contro il male comporta. E la Vergine Maria, unita al suo Figlio fino al calvario, ci aiuti a non indietreggiare di fronte alle prove e alle sofferenze che la testimonianza del Vangelo comporta”.

Paola Anderlucci: