Padre Pier Luigi Maccalli e Nicola Chiacchio sono tornati in Italia. L’aereo militare con a bordo i due ostaggi italiani, rapiti nel Sahel due anni fa e liberati poche ore fa in Mali, è atterrato all’aeroporto di Ciampino, a Roma. Niente stampa per ragioni di sicurezza legata alla pandemia. Presenti, tuttavia, sia il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Di rientro dal Mali, ma con volo diretto a Parigi, anche la cooperante francese Sophie Petronin. L’attivista 75enne era stata sequestrata il 24 dicembre 2016 nella città maliana di Gao. Responsabili del suo rapimento, probabilmente, un gruppo di jihadisti facenti capo ad al-Qaida. Con loro, libero anche l’ex ministro delle Finanze di Bamako, Soumaila Cissé.
La liberazione
Come spiegato già ieri sera dalla Farnesina, a consentire la liberazione degli ostaggi un intenso lavoro di intelligence fra l’Agenzia informazioni e sicurezza esterna (Aise) e la Direction générale de la Sécurité extérieure (Dgse). Soddisfazione espressa dal Ministero degli Esteri italiano, che ha spiegato come con padre Maccalli e Chiacchio siano stati riportati a casa “sette ostaggi italiani che erano nelle mani di terroristi o organizzazioni criminali”. Il ministro degli Esteri, Di Maio, ha spiegato che l’intelligence continua a “lavorare giorno e notte. In queste ore stiamo concentrando gli sforzi per i nostri connazionali in Libia”.
Per quanto riguarda gli italiani scomparsi in Libia, Di Maio ha fatto sapere nel suo post su Facebook come siano stati attivati “tutti i canali internazionali. Stiamo lavorando in silenzio e con riserbo come richiesto in queste situazioni per raggiungere il miglior risultato. Siamo in continuo contatto con le famiglie dei pescatori”.