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Ostaggi, il Qatar media con Israele e Hamas

Doha tenta di negoziare i termini, sia con Hamas che con Israele, per il rilascio di 10-15 ostaggi, il quale avverrebbe in cambio di un cessate il fuoco di uno o due giorni

Il Qatar negozia sia con Israele che con Hamas per il rilascio di almeno 10-15 ostaggio in cambio di un cessate il fuoco di uno o due giorni a Gaza. Intanto, il premier israeliano, Benyamin Netanyahu, definisce “grave” l’escalation in Cisgiordania. Convocati i dirigenti degli insediamenti ebraici.

Mediazione del Qatar

Il Qatar sta negoziando con Israele e Hamas, in coordinamento con gli Stati Uniti, il rilascio di 10-15 ostaggi in cambio di un cessate il fuoco a Gaza di uno o due giorni: lo riferiscono fonti a conoscenza del dossier citate dalla France Presse. Ieri Axios aveva riferito di una richiesta del presidente Usa Joe Biden al premier israeliano Netanyahu di una tregua di qualche giorno per favorire la liberazione dei prigionieri.

Cisgiordania, Netanyahu: “Escalation grave”

Il premier Benjamin Netanyahu ha convocato oggi un incontro urgente con i dirigenti degli insediamenti ebraici in Cisgiordania. “Questo incontro – ha affermato, in un comunicato – rientra nella visita odierna del Gabinetto di guerra nel comando della Regione militare centrale alla luce degli avvertimenti dei responsabili alla sicurezza per la grave escalation in atto nella Giudea-Samaria”, cioè in Cisgiordania.

L’attacco dell’Iran

“Il regime sionista occupante non raggiungerà nessuno dei suoi obiettivi a Gaza”. Lo ha affermato il ministro della Difesa dell’Iran, Mohammadreza Ashtiani, definendo gli attacchi di Hamas contro Israele “un’operazione di successo che ha rivelato la falsità del potere sionista“. Il sostegno da parte degli Usa e di alcuni Paesi europei per Israele nella guerra a Gaza ha complicato la situazione nella regione, ha detto Ashtiani durante un incontro con l’ambasciatore turco a Teheran, Hicabi Kirlangic, come riporta Mehr. Il ministro iraniano ha anche lanciato un appello ai “governi islamici” affinché adottino misure pratiche contro Israele, come l’imposizione di sanzioni economiche e l’embargo sull’esportazione di energia e carburante.

“L’Onu rompa il silenzio”

“Le organizzazioni internazionali, soprattutto le Nazioni Unite, dovrebbero rompere il silenzio e prendere una seria decisione contro le recenti minacce del ministro per la Tradizione ebraica di Israele, Amichai Eliyahu, il quale ha detto che l’uso di armi nucleari nella guerra a Gaza è un’opzione per Tel Aviv”. Lo ha affermato il capo dell’Organizzazione per l’Energia atomica dell’Iran, Mohammad Eslami. “Ancora una volta, un funzionario israeliano ha confessato il possesso di armi nucleari da parte di Israele e, cosa ancora più importante, ha sfidato lo Statuto dell’Onu e il diritto internazionale minacciando il popolo di Gaza”, ha detto Eslami durante un’intervista con Irna, aggiungendo che “questo tipo di insolenza è stata una seria minaccia contro la pace e la sicurezza a livello internazionale”. Il funzionario di Teheran ha anche chiesto all’Agenzia internazionale per l’Energia atomica di denunciare la questione al Consiglio di Sicurezza dell’Onu.

Fonte: Ansa

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