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Le origini della festa della natività della Vergine Maria

La semplicità e l’umiltà di Maria, ci appare già dal luogo della sua nascita: Nazareth, un villaggio di poche case, forse sparse qua e là, nella regione della Galilea. La storia non ci racconta, né ci fa sapere se la fanciulla avesse fratelli o sorelle, sappiamo per tradizione che i genitori si chiamavano Anna e Gioacchino, così è stato scritto nel Protovangelo di Giacomo, composto in lingua greca verso il 140-170, è uno dei vangeli apocrifi e ci parla della nascita e dell’educazione di Maria; tutta la sua fanciullezza adolescenziale l’aveva passata e trascorsa ad aiutare in casa e a vivere quell’età così particolare in compagnia di altre ragazze.

Nella sua “Leggenda Aurea” una raccolta medioevale di biografie agiografiche composta in latino, fu compilata dall’anno 1260 al 1298 dal beato Jacopo da Varagine (1228-1298) al capitolo CXXXI riferisce: “…che la Vergine cresceva in santità di giorno in giorno e ogni giorno gli Angeli venivano a farle visita, e anche ogni giorno aveva la visione di Dio…”.

Non ci saranno stati gli svaghi e i divertimenti che noi conosciamo, ma di certo la vita anche a quei tempi, avrà presentato, per ogni famiglia, problemi da affrontare con la speranza di riuscire poi a risolverli, insomma anche per la Vergine il cosiddetto vivere quotidiano conteneva gioie e preoccupazioni.

Il vero nome di Maria, Mirjam dall’ebraico, significa probabilmente “amata da Jahvè”. Si pensa che tale nome sia entrato nell’uso generale per riguardo a Mirjam, sorella di Mosè, che fu la salvatrice del fratello e quindi di tutto il popolo ebraico, che si trovava sotto la schiavitù nella terra d’Egitto.

Si pensa che tale nome sia entrato nell’uso generale per riguardo a Mirjam, sorella di Mosè, che fu la salvatrice del fratello e quindi di tutto il popolo ebraico, che si trovava sotto la schiavitù nella terra d’Egitto.

Per quanto riguarda la festa dell’8 settembre essa è nata dapprima in Oriente; è stata introdotta successivamente nella chiesa d’Occidente dal papa Sergio I (687-701). Una tradizione ci racconta che la natività di Maria, l’otto settembre, sia legata alla costruzione della basilica di S. Anna a Gerusalemme, nel IV secolo d. C., eretta nel luogo in cui forse sorgeva la casa dei genitori Anna e Gioacchino, e dove la stessa Maria sarebbe nata.

Qualche studioso e storico avrebbe indicato come luogo di nascita della Madonna, Sephoris, una cittadina situata a pochi chilometri da Nazareth.

In particolare, la devozione verso la Natività di Maria si sviluppò nella Sardegna bizantina (ma sempre fedele alla Chiesa romana), dove tale ricorrenza si festeggiava in quasi tutte le chiese dedicate alla Madre di Dio e nella diocesi ambrosiana, dove risulta attestata fin dal X secolo.

Espressione di questa devozione è lo stesso Duomo di Milano, consacrato da San Carlo Borromeo (1538-1584) il 20 ottobre 1572 e dedicato a Maria Nascente (Mariae Nascenti, come appare scritto sulla facciata).

San Pier Damiani (1007-1072) teologo, vescovo e poi cardinale e anche Dottore della Chiesa dal 1828, in un sermone sulla Natività di Maria affermò: “Dio onnipotente, prima che l’uomo cadesse, previde la sua caduta e decise prima dei secoli, l’umana redenzione. Decise dunque di incarnarsi in Maria”.

E’ bello concludere ricordando quanto si legge nell’Ufficio delle Lodi: “…Con la tua nascita, Vergine Madre di Dio, hai annunciato la gioia a tutti: da te è nato il Sole di giustizia, Cristo nostro Dio”.

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