I raid israeliani su Gaza potrebbero costituire dei crimini di guerra. Lo ha detto l’Alto commissario per i diritti umani dell’Onu, Michelle Bachelet. Il Consiglio dei diritti umani dell’Onu si è riunito oggi in seduta straordinaria per discutere della creazione di un’eventuale commissione d’inchiesta internazionale sulle violazioni dei diritti umani nei Territori palestinesi e in Israele.
Rapporto Onu accusa Malta per le condizioni dei migranti
Sempre l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti umani, Michelle Bachelet, ha presentato oggi un rapporto sulle “orribili condizioni” di vita nei centri di detenzione per migranti presenti a Malta.
Nel documento, che il Times of Malta pubblica in apertura della sua edizione online e presenta anche in versione integrale – viene ricordato il decreto legge italiano del 14 giugno 2019 contro le attività di salvataggio da parte delle Ong.
Ma il principale focus del rapporto di 27 pagine è su Malta, dove i migranti che riescono ad arrivare sull’isola sono stati messi sistematicamente in centri di detenzione “dove sono rimasti per mesi” e sottoposti a gravi maltrattamenti.
Nel rapporto è ripresa la testimonianza di un richiedente asilo contro le guardie maltesi che ai migranti in disperata protesta rispondevano: “Vi volete suicidare? Avanti, uccidetevi”.
Anche l’Italia rapporto Lethal Disregard
Il rapporto, intitolato Lethal Disregard (Indifferenza Letale), copre le attività nel Mediterraneo centrale nel 2019 e 2020, critica anche quelli che descrive come “respingimenti” verso la Libia da parte delle autorità di Malta e Italia, riportando le testimonianze di migranti raccolti da navi private nelle zone Sar di Italia o Malta e riportati in Libia.
“Sono preoccupata da questa letale indifferenza verso gente disperata – ha dichiarato Bachelet -. E onoro le organizzazioni e gli attivisti per i diritti umani che continuano a lavorare per difendere i diritti dei migranti“.
“L’evidenza – è scritto nel rapporto – suggerisce che la mancata protezione di diritti umani non è una tragica anomalia, ma piuttosto una conseguenza di una concreta politica di decisioni e pratiche da parte delle autorità libiche, di stati membri dell’Unione Europea, di istituzioni ed altri attori”.