La fame come arma di guerra. Le Nazioni Unite sembrano fortemente orientate a considerare come tale la situazione dei civili della Striscia di Gaza. L’alto commissario dell’Onu per i diritti umani, Volker Turk, ha infatti dichiarato di vedere in Israele una responsabilità specifica nella crisi umanitaria in corso, ritenendo plausibile l’utilizzo, in questa fase, della situazione come arma. Un’ipotesi che, se confermata, equivarrebbe a un crimine di guerra. Nel frattempo, Abu Mazen ringrazia Papa Francesco per i suoi ripetuti appelli alla pace.
Fame a Gaza, l’avvertimento dell’Onu
L’alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Volker Türk ha affermato in un’intervista alla Bbc che Israele ha una responsabilità significativa sulla catastrofe umanitaria a Gaza e che esiste un caso “plausibile” secondo cui Israele stia usando la fame come arma di guerra a Gaza. Türk ha affermato che se l’intento fosse dimostrato, ciò equivarrebbe a un crimine di guerra. Intanto il ministero della Sanità di Hamas ha reso noto che il bilancio dei morti a Gaza è salito a quota 32.552, di cui 62 nelle ultime 24 ore. I feriti sono 74.980, secondo la stessa fonte.
Abu Mazen ringrazia Papa Francesco
Il presidente dell’Autorità nazionale palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) ha scritto ieri a papa Francesco ringraziandolo per i suoi “ripetuti appelli a fermare la guerra” di Israele nella Striscia di Gaza.
In un telegramma di auguri al pontefice e “a tutti i credenti” in occasione della Pasqua, Abu Mazen ha sottolineato come “questa santa occasione coincide con il mese sacro del Ramadan e molti degli abitanti della terra condividono la gioia di queste due ricorrenze religiose“. “Quando il nostro popolo oppresso vede ripetutamente gli appelli di sua santità papa Francesco per fermare questa guerra brutale, si riempie della speranza che riuscirà a far valere i suoi diritti”, ha affermato Abbas nel testo citato dai media arabi.
Attacchi nella Striscia
La Striscia di Gaza è stata teatro stanotte di raid aerei e feroci scontri tra l’esercito israeliano e i combattenti palestinesi di Hamas, proprio nel momento in cui il governo di Benjamin Netanyahu ha riaperto le porte alle trattative con l’alleato americano su una possibile operazione a Rafah. Il Ministero della Sanità gestito da Hamas ha riferito di almeno 66 morti nell’enclave palestinese durante la notte, con bombardamenti e combattimenti segnalati vicino alla città di Gaza a quella di Khan Younis. L’agenzia di stampa palestinese Wafa ha riferito invece da parte sua di scontri nella notte in diverse località della Cisgiordania occupata.
Fonte: Ansa