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Obbligo vaccini: attesa per la sentenza della Consulta

Al termine di un'udienza pubblica, i giudici della Consulta saranno chiamati ad esprimersi sulla legittimità dell'obbligatorietà dei vaccini

L’obbligo dei vaccini è stato introdotto nel 2021 come strumento per arginare la diffusione della pandemia da Covid-19. Oggi i giudici costituzionali sono chiamati ad esprimersi sulla legittimità della norma. La discussione delle parti alla Corte Costituzionale avverrà in un’udienza pubblica dedicata esclusivamente al tema dell’obbligo vaccinale. Sono 11 le ordinanze con cui 5 uffici giudiziari hanno sollevato dubbi sulla costituzionalità di obbligo e sanzioni, una quarantina i difensori di operatori sanitari e professori che hanno rifiutato di vaccinarsi, tre gli avvocati dello Stato – Enrico De Giovanni, Federico Basilica e Beatrice Gaia Fiduccia – a sostegno di quella decisione del governo Draghi e tre anche i giudici costituzionali relatori: Augusto Barbera, Stefano Petitti e Filippo Patroni Griffi.

Oggi la decisione della Consulta sull’obbligo vaccinale

L’attesa è forte, soprattutto dal mondo dei no vax. La Consulta è chiamata a esprimersi sulla legittimità dell’obbligo vaccinale, introdotto nel 2021 come strumento per arginare la pandemia da Covid e sin dall’inizio al centro di infuocate polemiche, proteste e ricorsi. Oggi ci sarà la discussione delle parti in un’udienza pubblica, dedicata esclusivamente a questo tema, e inusuale anche nei numeri: 11 le ordinanze con cui 5 uffici giudiziari hanno sollevato dubbi sulla costituzionalità di obbligo e sanzioni, una quarantina i difensori di operatori sanitari e professori che hanno rifiutato di vaccinarsi , tre gli avvocati dello Stato – Enrico De Giovanni, Federico Basilica e Beatrice Gaia Fiduccia – a sostegno di quella decisione del governo Draghi e tre anche i giudici costituzionali relatori: Augusto Barbera, Stefano Petitti e Filippo Patroni Griffi.

Chi ha l’obbligo di vaccinarsi

Inizialmente previsto solo per medici e infermieri dal decreto 44 del primo aprile del 2021, l’obbligo è stato via via esteso ad altre categorie, insegnanti, forze armate e di polizia, con relative sanzioni in caso di inadempimento, a partire dalla sospensione dal lavoro e dalla retribuzione. Gradualmente poi è stato superato, con la discesa dei contagi: a giugno di quest’anno sono stati esentati over 50, professori e forze dell’ordine. Mentre dal primo novembre non vale più nemmeno per chi lavora in corsia, effetto del primo decreto del governo Meloni che ha voluto anticipare a quella data la scadenza che l’esecutivo Draghi aveva fissato al 31 dicembre, con l’obiettivo di ridare fiato a un sistema sanitario sotto organico con il recupero di 4mila medici no vax. Ma le conseguenze di quell’obbligo restano tutte: lo ha ricordato, alla vigilia della pronuncia della Consulta, il Sum, sindacato unico dei militari, facendo presente che le penalizzazioni di chi non si è vaccinato hanno comportato anche la detrazione di anzianità di servizio, pesando sulla carriera e sul futuro trattamento pensionistico.

Chi dubita della legittimità delle norme

A dubitare della legittimità costituzionale di quelle norme sono i tribunali di Brescia (con 6 ordinanze), Catania e Padova, il Tar della Lombardia e il Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione Siciliana, che solleva anche la questione della sicurezza dei vaccini. Il più critico su quella normativa è il Tar della Lombardia, che chiama in causa più principi costituzionali: la garanzia dei diritti inviolabili dell’uomo, il diritto al lavoro e alla retribuzione, la tutela della salute, il principio dell’uguaglianza. Mentre il tribunale di Padova ipotizza anche la violazione della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.

Fonte Ansa

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