Con lo stile empatico che lo contraddistingue, nella sua lingua natia, lo spagnolo, papa Francesco ha espresso così il suo messaggio in occasione dell’incontro virtuale per la prima Giornata della Fratellanza Umana. “Fratellanza vuol dire mano tesa; fratellanza vuol dire rispetto. Fratellanza vuol dire ascoltare con il cuore aperto. Fratellanza vuol dire fermezza nelle proprie convinzioni. Perché non c’è vera fratellanza se si negoziano le proprie convinzioni”.
O fratelli, o nemici
“Siamo fratelli, nati da uno stesso Padre”, ha proseguito Francesco nell’incontro virtuale organizzato dallo Sceicco Mohamed Bin Zayed ad Abu Dhabi, capitale degli Emirati Arabi Uniti: “Con culture, tradizioni diverse, ma tutti fratelli. E nel rispetto delle nostre culture e tradizioni diverse, delle nostre cittadinanze diverse, bisogna costruire questa fratellanza. Non negoziandola”. “È il momento dell’ascolto”, l’invito del Papa: “È il momento dell’accettazione sincera. È il momento della certezza che un mondo senza fratelli è un mondo di nemici. Voglio sottolinearlo. Non possiamo dire: o fratelli o non fratelli. Diciamolo bene: o fratelli o nemici”. “Perché la noncuranza è una forma molto sottile d’inimicizia”, ha spiegato Francesco, secondo il quale “non c’è bisogno di una guerra per fare dei nemici. Basta la noncuranza. Basta con questa tecnica – si è trasformata in una tecnica –, basta con questo atteggiamento di guardare dall’altra parte, non curandosi dell’altro, come se non esistesse”.
Finito il tempo dell’indifferenza
Papa Francesco ha proseguito con grande schiettezza e semplicità: “Oggi non c’è tempo per l’indifferenza. Non possiamo lavarcene le mani, con la distanza, con la non-curanza, col disinteresse. O siamo fratelli – consentitemi –, o crolla tutto. È la frontiera. La frontiera sulla quale dobbiamo costruire; è la sfida del nostro secolo, è la sfida dei nostri tempi”.
La prima Giornata internazionale della Fratellanza umana è stata istituita dall’Onu in coincidenza con la ricorrenza dell’incontro di Abu Dhabi del 4 febbraio 2019, quando il Papa e il Grande Imam di Al-Azhar firmarono il Documento sulla Fratellanza Umana per la pace e la convivenza comune.
“Grazie a tutti per aver scommesso sulla fratellanza, perché oggi la fratellanza è la nuova frontiera dell’umanità”, l’omaggio di Francesco ai presenti: “O siamo fratelli o ci distruggiamo a vicenda”. All’incontro hanno partecipato anche il Grande Imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyeb, e il segretario generale dell’Alto Comitato per la fratellanza umana, il giudice Mohamed Mahmoud Abdel Salam, il segretari generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, e altre personalità. “Sorelle e fratelli. Questa è la parola: sorelle e fratelli. Affermare la fratellanza”, ha esordito il Papa, ringraziando il Grande Imam di Al-Azhar, definito “fratello mio, amico mio, mio compagno di sfide e di rischi nella lotta per la fratellanza, per la compagnia nel cammino per la riflessione e la redazione del documento che è stato presentato due anni fa”. “La sua testimonianza mi ha aiutato molto perché è stata una testimonianza coraggiosa”, ha proseguito: “So che non era un compito facile. Ma con Lei abbiamo potuto farlo insieme, e aiutarci reciprocamente. La cosa più bella è che quel primo desiderio di fratellanza si è consolidato in vera fratellanza. Grazie, fratello, grazie!”, Poi il ringraziamento allo sceicco Bin Zayed “per tutti gli sforzi che ha compiuto perché si potesse procedere in questo cammino. Ha creduto nel progetto”. Infine, il grazie a quello che il Santo Padre ha chiamato “l’enfant terrible” di tutto questo progetto, il giudice Abdel Salam, “amico, lavoratore, pieno d’idee, che ci ha aiutato ad andare avanti”.