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Nord Italia: smantellata banda di spacciatori di cocaina, 15 arresti

I militari hanno sequestrato oltre 15kg di sostanza stupefacente e più di 330 mila euro in contanti

Il traffico di stupefacenti non rallenta nemmeno con l’emergenza sanitaria.

Il fatto

Quindici persone sono state arrestate dai carabinieri con l’accusa di aver messo in piedi un traffico di cocaina tra Novara, Turbigo (Milano) e Legnano (Milano), in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Busto Arsizio (Varese). Oltre 15 kg di stupefacente sono stati sequestrati dai militari durante le indagini, e più di 330 mila euro in contanti. L’operazione denominata “Boxes” è stata condotta dai carabinieri di Legnano dopo un’attività investigativa cominciata nel 2018 (e seguita ad un’altra indagine del 2017), e conclusa stamattina con il blitz.

Lo spaccio

Gli inquirenti stimano che il gruppo abbia smerciato circa 50 kg di cocaina dal settembre 2018 ad oggi nelle piazze della provincia di Milano, Varese e Novara. Per consegnare gli stupefacenti utilizzavano auto di piccola cilindrata, nascoste in cinque box distribuiti nelle varie località di residenza. Agli arrestati, italiani ed albanesi, si aggiungono tre persone indagate a piede libero. Per le misure è stata necessaria la collaborazione di altre compagnie di carabinieri come quella di Novi Ligure, Gonzaga, Saronno e Lecco, oltre alle unità cinofile e ai militari del terzo reggimento Lombardia. I provvedimenti cautelari sono stati emessi dalla gip di Busto Arsizio, Nicoletta Guerrero, in base alle prove raccolte col coordinamento della pm Martina Melita.

I soprannomi della banda

In base a quanto ricostruito dalle indagini, ogni membro della banda aveva un soprannome, a partire dai capi: R.M., 30enne, detto “Gigante” per la sua corporatura imponente; la madre F.L. 55enne (attualmente ricercata), detta “Pilotina”, perchè sempre alla guida dell’auto con cui veniva trasportato lo stupefacente; entrambi sono albanesi, e residenti a Bellinzago Novarese. C’era poi J.A. italiano 38enne, detto il “Mulo” perchè – come emerso dalle intercettazioni – si era fatto ritrarre in un poster ispirata al film “The Mule” di Clint Eastwood, e il padre E.A. 59enne, detto “Netturbino”, per il lavoro che faceva, insieme alla moglie M.P. 58enne, detta “Vedetta“. C’erano poi i componenti della banda residenti a Legnano: C.O. 33enne italiano, detto “Kojak” per via della testa pelata, la moglie L.N. 29enne albanese, “La Commessa”, e il padre, G.O. 57enne di Sassari, detto “d’Artagnan” (per la forma dei baffi), R.S. 68enne, detto “il Padrino“, e O.P. 46enne, detto “Professore”, già arrestato ad ottobre del 2018 perché trovato in possesso di 1 chilo di cocaina e 60 mila euro in contanti. Il primo ad essere individuato è stato proprio il 33enne italiano noto come Kojak considerato l’organizzatore del traffico insieme al padre, d’Artagnan, e alla moglie.

La logistica dello spaccio

Come base per le attività illegali i presunti narcotrafficanti usavano un negozio di abbigliamento di capi firmati in pieno centro a Legnano, mentre per il trasporto alcune auto di piccola cilindrata, per dare meno nell’occhio. Con il blitz di stamattina proprio i componenti albanesi della banda, Gigante e Mulo, sono stati bloccati in flagranza e trovati con 6 chili di cocaina purissima, e una pistola 7,65 illegale; durante le perquisizioni nelle loro case sono stati trovati prima 120 mila e poi 105mila euro in contanti.

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