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Il Crocifisso miracoloso con Papa Francesco sul sagrato di San Pietro alle ore 18 per l’indulgenza plenaria

Nel 1522 fermò la pestilenza. La scultura sacra, simbolo della resistenza al contagio, è stata trasportata dalla chiesa romana di San Marcello. Alle 18 il Papa guiderà la preghiera mondiale dal sagrato della Basilica di San Pietro

Il crocifisso ligneo miracoloso che cinque secolo fa salvò Roma dalla più grave pestilenza della sua storia è stato portato stamattina in Vaticano e domani sarà esposto sul sagrato di San Pietro dove il Papa pregherà e concederà l’indulgenza plenaria. Davanti alla croce-simbolo dei Giubilei Francesco si è inginocchiato dieci giorni fa nella chiesa di San Marcello al Corso, dove il crocifisso è conservato dal quindicesimo secolo.

La “Grande Peste” a Roma

Il 15 marzo il Pontefice si è raccolto in preghiera davanti al il Crocifisso miracoloso che nel 1522 venne portato in processione per i quartieri della città perché finisse la “Grande Peste” a Roma. Jorge Mario Bergoglio ha invocato la fine della pandemia che colpisce l’Italia e il mondo, implorato la guarigione per i tanti malati, ricordato le tante vittime di questi giorni, e chiesto che i loro familiari e amici trovino consolazione e conforto. La sua intenzione, riferisce Vatican news, si è rivolta anche agli operatori sanitari, ai medici, agli infermieri, e a quanti in questi tragici giorni, con il loro lavoro, garantiscono il funzionamento della società. Dalla chiesa di San Marcello al Corso, dove si conserva l’antico e venerato crocifisso in legno (ritenuto dagli studiosi come il più realistico di Roma, sopravvissuto a un incendio e venerato dalla devozione popolare per aver salvato la città dalla peste) il trasferimento oggi in Vaticano.

Simbolo dei Giubilei

Sul retro della croce sono incisi i nomi dei vari Pontefici e gli anni di indizione dei Giubilei. E’ il crocifisso, abbracciato da san Giovanni Paolo II, che ha segnato il culmine della Giornata del perdono durante il Grande Giubileo del 2000, sottolinea Vatican news. Le tante tradizioni di miracoli attribuiti al “SS. Crocifisso” hanno inizio il 23 maggio del 1519 quando un incendio, nella notte, distrugge completamente la chiesa intitolata a Papa Marcello. Il mattino seguente l’intero edificio è ridotto in macerie, ma fra le rovine emerge integro il crocifisso dell’altare maggiore, ai piedi del quale arde ancora una piccola lampada ad olio. Questa immagine colpisce molto i fedeli spingendo alcuni di loro a riunirsi ogni venerdì sera per pregare. L’8 ottobre 1519 Papa Leone X ordina la riedificazione della chiesa.

Tradizione secolare

Tre anni dopo l’incendio, Roma viene colpita dalla “Grande Peste”. Il popolo porta il crocifisso in processione, riuscendo a vincere anche i divieti delle autorità, comprensibilmente preoccupate per il diffondersi del contagio. Il crocifisso viene prelevato e portato per le vie di Roma verso la basilica di San Pietro. La processione dura per 16 giorni: dal 4 al 20 agosto del 1522. Man mano che si procede, la peste dà segni di regressione, e dunque ogni quartiere cerca di trattenere il crocifisso il più a lungo possibile. Al termine, al momento del rientro in chiesa, la peste è del tutto cessata. A partire dal 1600, puntualizza Vatican news, la processione dalla chiesa di San Marcello alla basilica di San Pietro è diventata una tradizione durante lo svolgimento dell’Anno Santo. Sul retro della croce sono incisi i nomi dei vari Pontefici e gli anni di indizione dei Giubilei. Oggi ha fatto il suo ingresso in Vaticano su un furgoncino, senza processioni. Domani pomeriggio verrà collocato sul sagrato della basilica di San Pietro per la preghiera mondiale che il Papa guiderà.

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