Infreddoliti e impauriti, “dentro” l’ennesimo viaggio della speranza, anche l’ultimo dell’anno, per immaginare un futuro diverso. Ma il 2017 hanno rischiato di non vederlo, perché la loro imbarcazione era in estrema difficoltà. In balia delle onde e delle correnti, i 169 migranti imbarcati si sono trovati faccia a faccia con la morte – ironia della sorte – proprio davanti a un ristorante dove si stava preparando il veglione. Sogni e speranze del 31 dicembre, quanta diversità…
I migranti soccorsi sono di varie nazionalità, inzuppati dal mare del Salento mentre erano in procinto di sbarcare a Marina Serra, località di Tricase (Lecce). Come detto, erano in difficoltà a bordo di un barcone di 15 metri arrivato a ridosso di un ristorante, il “Grotta matrona” che si affaccia proprio sulla scogliera (nella foto).
Le operazioni di soccorso sono state coordinate dalle centrale operativa della Capitaneria di Porto di Gallipoli. Sul posto sono stati impegnati gli equipaggi di due motovedette e un velivolo mentre due mercantili in transito nel canale d’Otranto sono stati fatti dirottare nella zona.
I migranti, tra cui dieci donne e venti minorenni, sono di nazionalità pakistana, indiana, afgana. C’è anche un iraniano. Centosette migranti sono stati condotti al centro di accoglienza Don Tonino Bello di Otranto, altri 62 invece sono stati smistati nel palazzetto dello sport di Galatina adibito per l’emergenza a centro di accoglienza, essendo il centro idruntino ormai saturo. A causa delle avverse condizioni meteo marine il barcone non è stato immediatamente recuperato.