Un entusiasmo andato ben oltre il consentito dalle norme anti-Covid. Questo l’effetto provocato nei cittadini di Napoli dalla vittoria degli azzurri in Coppa Italia, il primo importante risultato della stagione e, nondimeno, il primo verdetto stagionale arrivato dopo lo stop al calcio imposto dal lockdown. Comprensibile il desiderio di festeggiare insieme la propria squadra, specie se la finalissima è stata vinta contro la Juventus pluricampione e al termine di un lungo periodo di sofferenza, ma le scene viste a Napoli, con assembramenti che hanno visto coinvolte centinaia di persone, hanno fatto scattare l’allarme dell’Organizzazione mondiale della Sanità che ha indicato, attraverso la voce del direttore aggiunto Ranieri Guerra, intervenuto su Agorà, come sciagurati: “In questo momento non ce lo possiamo permettere, per fortuna è accaduto a Napoli, dove governatore e sindaco hanno messo in atto misure rigide e l’incidenza del virus è più bassa che altrove”.
Invito alla prudenza
Un rimprovero più che un allarme, quindi, di certo una scena che gli esperti sanitari non avrebbero voluto vedere in una fase di necessario contenimento al fine di scongiurare una nuova ondata del Covid-19: “Fa male vedere queste immagini – ha detto ancora Guerra -. Ricordo quanto ha contato la partita dell’Atalanta all’inizio dell’epidemia in Lombardia nella diffusione dei contagi. Non vorrei che si ripetesse proprio ora, che il Comitato Tecnico Scientifico ha cercato di accogliere le proposte del Figc per non limitare del tutto il gioco del calcio, come da scienza e coscienza medica sarebbe suggerito”.
Il commento di Salvini
Sull’accaduto è intervenuto anche il segretario della Lega, Matteo Salvini, il quale ha messo la discussione su toni decisamente più politici, citando il presidente della Regione Campania: “Di fronte ai festeggiamenti di Napoli di ieri mi chiedo dov’era De Luca. Sono contento per Gattuso e per Napoli ma qualcosa non ha funzionato. Hanno rotto le scatole per me e i miei selfie, e ieri c’era qualche migliaio di tifosi“. “I dati ci dicono che i casi sono in calo ma questo non vuol dire che si cala la guardia. Se i teatri, i cinema riaprono una follia che le scuole non lo facciano. Il ministro – aggiunge Salvini – dovrebbe chiedere scusa. Fosse per me darei qualche elemento di libertà”.