L’approvazione del Def da parte del Consiglio dei ministri consente di avere un quadro d’insieme più chiaro sulla situazione economica italiana. La quale, nello specifico, si presenta con un debito al 137,8% per il 2024 e previsione di crescita sia nel 2025 che nel 2026. Di contro, la crescita del Pil è stata rivista al ribasso: su un’attesa del +1,2%, si scende all’1%.
Def, la situazione del Pil
Via libera del Cdm al Documento di economia e finanza. Il Pil del 2024 è stato fissato al +1%. Nella Nadef il Pil programmatico per quest’anno era al +1,2%. Debito al 137,8% quest’anno, per poi aumentare al 138,9% nel 2025 e al 139,8% nel 2026. Così, nel quadro tendenziale del Def visionato dall’ANSA, l’unico indicato nel Documento approvato dal cdm, il debito inverte la rotta rispetto al sentiero di discesa indicato nella Nadef, anche alla luce del dato del 2023 chiuso, in base ai dati Istat con un calo deciso, al 137,3% del Pil. Nel quadro programmatico indicato nella Nadef in autunno, il debito calava progressivamente dal 140,1% del 2024 al 139,9% del 2025, fino al 139,6% del 2026.
Indebitamento e previsioni di crescita
Un indebitamento netto pari al 4,3% del Pil quest’anno, che si ridurrà al 3,7% nel 2025, al 3% nel 2026 e al 2,2% nel 2027. È quanto indicato nel quadro tendenziale del Def approvato dal consiglio dei ministri. Il dato del 2024 coincide con la stima programmatica della Nadef, ma si discosta lievemente dai numeri indicati per gli anni successivi: per il 2025 la Nadef fissava l’asticella del deficit al 3,6% e per il 2026 al 2,9%. Il Pil crescerà dell’1,2% nel 2025, dell’1,1% nel 2026 e dello 0,9% nel 2027, secondo quanto indicato nel quadro tendenziale del Def approvato dal cdm, secondo quanto si apprende.
Giorgetti: “Mancano disposizioni attuative”
“Il termine per la presentazione del nuovo Def, il programma strutturale fiscale, è stabilito per il 20 settembre, ma è nostra volontà presentarlo anche prima, quando saranno disponibili tutti gli elementi, a partire dalla traiettoria tecnica” prevista per la “metà del mese giugno dalla Ue”. Lo ha detto il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti in conferenza stampa dopo il cdm. “Questo Def tiene conto delle decisioni, della rivoluzione delle regole bilancio fiscali in sede europea. Mancano le disposizioni attuative, le istruzioni per costruzione il percorso”, ha ricordato.
Def e debito pubblico
Il debito pubblico in risalita previsto dal Def “è pesantemente condizionato dai riflessi per cassa del superbonus nei prossimi anni” ma successivamente al 2026 “comincerebbe a scendere”. “La decontribuzione che scade nel 2024, intendiamo assolutamente replicarla nel 2025, questo è il vero obiettivo che ci poniamo quando andremo a definire il Programma strutturale”, ha spiegato Giorgetti. “Ovviamente al ministero stiamo pensando come si possa ulteriormente andare in direzione dei tagli di spesa. Non auspicavamo il disastro del superbonus anche se credo di averlo evocato in questa sede diverse volte. Questo complica il quadro, onestamente”.
Superbonus, i dati definitivi
Sul superbonus “adesso tiriamo una riga, abbiamo i dati definitivi. Quello che non cessa adesso è l’operazione di verifica e controllo sulla bontà di questi crediti che ha già portato ad oggi a circa 16 miliardi di crediti annullati e sequestrati a vario titolo – ha detto il ministro .. Questa operazione di verifica della bontà dei crediti vantati o dichiarati tali presso lo Stato continuerà e credo sia una delle parti più importanti dell’attività di verifica e accertamento fiscali che deve fare lo stato”.
Fonte: Ansa