Si chiama “Sanctuariam in Ecclesia”, il motu proprio di Papa Francesco, firmato lo scorso 11 febbraio e pubblicato oggi, con il quale vengono trasferite dalla Congregazione per il Clero al Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione le competenze sui santuari.
Il documento
“I Santuari – scrive il Pontefice nel documento – sono chiamati a svolgere un ruolo nella nuova evangelizzazione della società di oggi” e “la Chiesa è chiamata a valorizzare pastoralmente le mozioni del cuore che si esprimono attraverso le peregrinazioni ai Santuari e ai luoghi di devozione”. Perciò, “volendo favorire lo sviluppo della pastorale che viene svolta nei Santuari della Chiesa, ho deciso di trasferire al Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione le competenze che, in virtù dell’art. 97, 1 della Costituzione apostolica Pastor Bonus, erano finora attribuite alla Congregazione per il Clero e anche quelle previste nell’art. 151 della medesima Costituzione riguardo ai viaggi per motivi di pietà, senza pregiudizio, però, dei compiti delle legittime Autorità ecclesiastiche e di quelli che, in virtù di leggi speciali, spettano ad altri organismi nei confronti di determinati Santuari”.
Con la lettera apostolica in forma di motu proprio, che riforma due articoli della costituzione Pastor bonus, il Papa stabilisce che “in avvenire sarà compito del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione”, attualmente presieduto dall’arcivescovo Rino Fisichella, “l’erezione di Santuari internazionali e l’approvazione dei rispettivi statuti”, “lo studio e l’attuazione di provvedimenti che favoriscano il ruolo evangelizzatore dei Santuari e la coltivazione in essi della religiosità popolare”, “la promozione di una pastorale organica dei Santuari come centri propulsori della nuova evangelizzazione”, “la promozione di incontri nazionali e internazionali per favorire un’opera comune di rinnovamento della pastorale della pietà popolare e del pellegrinaggio verso luoghi di devozione”.
E ancora, “la promozione della specifica formazione degli operatori dei Santuari e dei luoghi di pietà e devozione”, “la vigilanza affinché venga offerta ai pellegrini, nei luoghi di percorrenza, una coerente e sostenuta assistenza spirituale ed ecclesiale che permetta il maggiore frutto personale di queste esperienze”, “la valorizzazione culturale e artistica dei Santuari secondo la via pulchritudinis quale modalità peculiare dell’evangelizzazione della Chiesa”.