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Mosca accusa Kiev: “Soldi ai terroristi”

La Russia insiste e torna a puntare il dito contro l'Ucraina, accusata di aver finanziato i terroristi della Crocus City Hall di Mosca

Non molla Mosca, che continua ad accusare Kiev di essere coinvolta nell’attentato terroristico della scorsa settimana alla Crocus City Hall. Secondo quanto affermato dal Comitato investigativo russo, infatti, gli attentatori avrebbero ricevuto significative somme di denaro e criptovalute da parte dell’Ucraina per preparare l’attentato.

Mosca: “Kiev ha finanziato i terroristi”

Il Comitato investigativo russo ha affermato che dalle indagini sulla strage al Crocus City Hall è emerso che gli autori dell’attacco hanno ricevuto “somme significative di denaro e criptovalute dall’Ucraina che sono stati usati per preparare l’attentato”. In particolare, dai risultati iniziali dell’inchiesta sono emerse “prove” del collegamento tra gli autori dell’attacco e “i nazionalisti ucraini”. Il Comitato ha anche riferito di avere fermato una persona accusata di essere coinvolta nel finanziamento dei terroristi.

Kirby: “Pura propaganda”

“Accusare l’Ucraina, gli Usa o chi altro faccia comodo alla narrativa del Cremlino è pura propaganda”, ha commentato il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americana, John Kirby in un briefing con un ristretto gruppo di giornalisti ribadendo che “l’unico responsabile dell’attacco a Mosca è l’Isis” e che gli Stati Uniti avevano condiviso con la Russia le informazioni su un possibile attacco.

Cinque giornalisti arrestati

Cinque giornalisti che lavorano per media indipendenti sono stati arrestati nella notte tra mercoledì e giovedì in Russia. La polizia ha ammanettato Ekaterina Anikievitch dell’emittente SOTAvision e Konstantin Jarov di RusNews, ha riferito l’ONG Ovd-Info, specializzata nel monitoraggio della repressione in Russia. Secondo un testimone, Jarov è stato picchiato e minacciato di violenza sessuale dagli agenti di polizia. Le altre arretate somo Antonina Favorskaya, Alexandra Astakhova e Anastassia Moussatova.

Il racconto

“Mi hanno preso a calci, mi hanno messo un piede sulla testa, mi hanno torto le dita e hanno riso di me quando ho cercato di alzarmi”, ha dichiarato Jarov, citato dall’agenzia di stampa RusNews. E ha detto di aver riportato una ferita alla testa, abrasioni, lussazioni alle dita e distorsioni. Secondo il giornalista, la violenza è stata provocata dalle riprese effettuate vicino all’abitazione di un’altra giornalista, Antonina Favorskaya di SOTAvision, arrestata mercoledì sera subito dopo essere stata rilasciata in seguito a 10 giorni di detenzione amministrativa per aver disobbedito alla polizia.

L’operazione

L’appartamento della giornalista è stato perquisito, così come quello dei suoi genitori, ha dichiarato il suo avvocato Mikhail Biriukov, citato da SOTAvision. Secondo la stessa fonte, anche altre due giornaliste, Alexandra Astakhova e Anastassia Moussatova, che erano andate a incontrare la collega in occasione del suo rilascio, sono state arrestate e portate via per essere interrogate dagli investigatori. Secondo il sito web Mediazona, specializzato nel seguire vicende giudiziarie, il caso contro la Favorskaya è legato alle attività del movimento guidato dall’oppositore Alexei Navalny, morto in carcere a febbraio. Le sue organizzazioni sono classificate come “estremiste” dalla giustizia russa. Antonina Favorskaya ha seguito per anni i processi che coinvolgevano Alexei Navalny. È stata lei a girare l’ultimo video che mostra l’oppositore ancora vivo, il 15 febbraio durante un’udienza in tribunale. È stata arrestata il 17 marzo, poche ore dopo aver deposto dei fiori sulla tomba dell’oppositore, secondo Mediazona.

Fonte: Ansa

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