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Morto il cliclista Mader, era caduto durante il Tour de Suisse

Il corridore svizzero era stato rianimato e ricoverato in gravissime condizioni

Il team Bahrain comunica che il ciclista Gino Mader è morto oggi dopo la caduta di ieri in un burrone durante la quinta tappa del Tour de Suisse da Fiesch a Le Punt

L’annuncio del team Bahrain

Il ciclista svizzero Gino Mader è morto. Lo ha comunicato la sua squadra, la Team Bahrain-Victorious Mader, 26 anni, dopo la terribile caduta di ieri nel finale della quinta tappa del Tour de Suisse era stato ricoverato nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Coira.

Gino, grazie per la luce, la gioia e le risate che hai portato a tutti noi, ci mancherai come ciclista e come persona. Oggi e tutti i giorni, pedaleremo per te, Gino”, ha scritto il Team Bahrain Victorious.

L’incidente in un punto critico del percorso

I medici hanno cercato in tutti i modi di strappare alla morte Gino Mader, il ciclista svizzero che ieri è stato coinvolto in una terribile caduta, con la sua bicicletta, nel burrone dal passo Albula nel corso della quinta tappa del Tour de Suisse da Fiesch a Le Punt di 211 chilometri. L’incidente si è verificato al 197esimo chilometro in un punto critico che ha causato difficoltà anche ad altri ciclisti. Ad esempio lo statunitense Magnus Sheffield nella caduta ha rimediato qualche escoriazione e una commozione cerebrale.

Mader, 26 anni originario del Canton San Gallo, ad alta velocità (si parla di circa 100 chilometri orari) è uscito di strada in una curva verso sinistra finendo in un ruscello in fondo a una scarpata. Non è escluso che il corridore abbia prima sbattuto contro i blocchi di cemento. I sanitari giunti sul posto lo hanno trovato privo di conoscenza, quindi hanno attuato la rianimazione cardiopolmonare, e trasportato d’urgenza in elicottero all’ospedale di Coira dove purtroppo è morto questa mattina alle ore 11.30.

Una tappa del Giro d’Italia e due medaglie da juniores

Gino Mader, dal 2021 alla Bahrain-Victorius, in carriera ha vinto la sesta tappa del Giro d’Italia del 2021 quella di 160 km dalle Grotte di Frasassi ad Ascoli Piceno oltre a essere stato due volte medagliato a livello juniores, entrambe le volte su pista, argento iridato nell’inseguimento a squadre nel 2015 ad Astana e argento europeo nell’Omnium ad Anadia 2014.

A comunicarlo la società della Bahrain-Victorius

La polizia cantonale grigionese ha aperto un’inchiesta per stabilire l’esatta dinamica dell’incidente chiedendo a eventuali testimoni di raccontare l’accaduto. A dare comunicazione la società della Bahrain-Victorius. “Nonostante i migliori sforzi del fenomenale staff dell’ospedale di Coira, Gino non ce l’ha fatta a superare questa sua ultima e più grande sfida, e alle ore 11.30 abbiamo salutato una delle luci splendenti della nostra squadra – si legge nel comunicato della squadra – Gino è stato un atleta straordinario, un esempio di determinazione, un membro prezioso della nostra squadra e di tutta la comunità ciclistica. Il suo talento, la dedizione e la passione per lo sport ci hanno ispirato tutti”.

L’amministratore delegato Milan Erzen ha commentato: “Siamo devastati dalla perdita del nostro eccezionale ciclista, il suo talento, la sua dedizione e il suo entusiasmo sono stati fonte d’ispirazione per tutti noi, non solo era un ciclista di grande talento ma una persona fantastica fuori dalla bici. Porgiamo le nostre più sentite condoglianze alla sua famiglia e ai suoi cari, e i nostri pensieri sono con loro in questo momento difficile”.

La lunga scia di cadute letali

Gino Mader è il secondo ciclista svizzero a perdere la vita in una competizione. Il primo corridore elvetico a morire in una gara di ciclismo fu Emil Richli il 13 maggio del 1934. Il 29enne ciclista di Zurigo, che aveva preso parte all’inseguimento a squadre alle Olimpiadi del 1924, cadde durante una competizione su pista.

Gli annali dei ciclisti morti in gara partono dal decesso del francese Pierre Forget avvenuto il 21 agosto del 1894 all’interno del velodromo di Vichy durante una gara di tandem: aveva 21 anni. L’ultimo decesso prima di quello odierno era stato quello del belga Bjorg Lambrecht il 5 agosto del 2019 dopo una caduta durante la terza tappa del Giro di Polonia.

Purtroppo tante anche le vittime italiane: Giulio Bartali (fratello di Gino) il 14 giugno del 1936 a Firenze, Serse Coppi il 29 giugno del 1951 al Giro del Piemonte, Orfeo Ponsin il 20 maggio del 1952 durante la quarta tappa del Giro d’Italia dopo aver sbattuto contro un albero nella tappa Siena-Roma, Alessandro Fantini il 5 maggio del 1961 nella sesta tappa del Giro di Germania, Emilio Ravasio, il 28 maggio del 1986 nella prima tappa del Giro (a seguito di malore), Fabio Casartelli il 18 luglio del 1995 durante la quindicesima tappa del Tour de France cadendo nella discesa dal Colle di Portet-d’Aspet, Alessio Galletti il 15 giugno del 2005 a seguito di arresto cardio-circolatorio a 15 km dall’arrivo in Spagna, e Thomas Casarotto il 15 settembre del 2010 al Giro del Friuli dopo essere caduto causa aver colpito lo specchietto di un’autovettura parcheggiata a bordo strada.

Fonte: Agi

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