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Morto Castro Cuba guarda a un futuro pieno d’incognite

Morto Fidel Castro per Cuba inizia un periodo pieno d’incognite. Raul, attuale presidente, si è impegnato a lasciare il potere entro un anno. Una scelta che sembra in linea con la transizione “soft” voluta dal fratello del Lider Maximo. Dopo il disgelo con gli Stati Uniti il Paese sembra pronto per entrare in una nuova fase che Raul intende affidare a una nuova generazione.

Nuova generazione o vecchia guardia?

I nomi dei quali si parla sono in sostanza due. Anche se ama tenere un basso profilo, il più in vista tra i big ormai emersi nel Partito comunista cubano è l’attuale vice presidente Miguel Diaz-Canel, ingegnere elettronico ed ex ministro dell’Educazione, alle spalle di Raul sulla plancia di comando del potere castrista. Di fatto, il delfino designato. Nel febbraio del 2013, quando venne nominato vice presidente, qualche media cubano fece notare che era la prima volta che il “numero due” del governo fosse un uomo nato dopo la rivoluzione del 1959 guidata da Fidel e dal “Che” Guevara. Un passo che segnò il primo salto in avanti verso il ricambio. I nomi più illustri della vecchia guardia sono José Manuel Machado Ventura, 86 anni, secondo segretario del Pcc, e Ramiro Valdes, 84, tra le figure storiche della “revolucion”.

Dinastia

L’altra figura in ascesa, invece, è un altro Castro: Alejandro, figlio di Raul, colonnello e coordinatore dell’intelligence delle forze armate e del ministero degli Interni. Difficile capire cosa succederà in un mondo opaco e fedele ai segreti e ai silenzi come quello della politica cubana. Molto dipenderà da quanto succederà all’interno delle due strutture che gestiscono il potere e l’economia, e nei loro rapporti di forza: da un lato le “fuerzas armadas“, i militari, dall’altro il Partito comunista cubano.

L’incognita

La vera incognita sul futuro dell’Avana è però rappresentato dalle relazioni con gli Stati Uniti. Archiviata la presidenza Obama, decisiva per il riallaccio dei rapporti, a gestire il dossier sarà il nuovo establishment repubblicano, guidato da Donald Trump. Il presidente eletto non si è ancora espresso, scegliendo una posizione attendista. Chi gli è più vicino non esclude alcuno scenario, compreso quello della revoca degli accordi stretti da Obama laddove Cuba non dovesse soddisfare alcune richieste Usa, come, ad esempio, quella ci concedere maggiore libertà religiosa.

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