Morte di Luana D’Orazio, chiesti tre rinvii a giudizio

Logo Interris - Genco (ANFE): "Cosa ci insegna oggi la tragedia di Marcinelle, 65 anni dopo"

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A distanza di sette mesi dall‘incidente sul lavoro in cui ha perso la vita Luana D’Orazio, operaia di 22 anni, nell’azienda di Montemurlo di Prato, la Procura di Prato ha depositato la richiesta di rinvio a giudizio per i tre indagati nell’inchiesta sulla sua morte. Secondo il consulente tecnico della procura, l’incidente sarebbe avvenuto mentre il macchinario a cui lavorava la giovane, madre di un bambino di che sta per compiere sei anni e ora vive con i nonni materni, stava funzionando ad alta velocità senza le saracinesche di protezione abbassate.

I tre indagati

E’ stato chiesto il processo per la titolare della ditta Luana Coppini, per suo marito Daniele Faggi, che l’accusa considera titolare di fatto dell’azienda, e per il tecnico manutentore esterno della ditta Mario Cusimano. I reati di cui dovranno rispondere sono omicidio colposo e rimozione dolosa delle cautele anti-infortunistiche. Fattispecie, questa, contestata per le modifiche tecniche apportate ai sistemi di sicurezza di cui il macchinario – un orditoio da campionatura – è dotato. Secondo quanto si è appreso, i difensori dei tre indagati potrebbero effettuare valutazioni per accedere a riti alternativi a quello del processo ordinario.

La perizia

Per il consulente tecnico della procura Carlo Gini, l’incidente sarebbe avvenuto mentre il macchinario a cui stava lavorando la giovane donna stava funzionando ad alta velocità, una fase della lavorazione in cui le saracinesche di protezione dovrebbero rimanere abbassate ma al momento dell’incidente non lo erano. Secondo la difesa degli indagati la perizia sarebbe incongruente con i riscontri effettuati, perché l’infortunio che ha portato alla morte di Luana sarebbe invece avvenuto in un’altra fase della lavorazione. Per questo i legali hanno anche chiesto un nuovo incidente probatorio, che però il giudice per le indagini preliminari di Prato non ha concesso.

Lorenzo Cipolla: