“Provvedere ai bisognosi. Sono queste le parole che dobbiamo riscoprire in questo periodo e in questa bella città, Fabriano”. E’ il monito che mons. Francesco Massara, arcivescovo di Camerino-San Severino Marche e vescovo di Fabriano-Matelica, ha lanciato dal pulpito a conclusione della messa solenne che ieri, 6 dicembre, ha concluso il triduo dedicato a San Nicolò nell’omonima parrocchia di Fabriano.
Il triduo di San Nicolò a Fabriano
Ricchissimo il calendario di eventi in onore del Santo di Bari nella parrocchia di San Nicolò di Fabriano guidata da don Aldo Buonaiuto, con la presenza di mercatini artigianali all’interno del chiostro per tutta la durata dell’evento.
Domenica 4 dicembre la parrocchia ha ospitato il presepe vivente e San Nicolò che ha distribuito doni ai bambini al suono delle zampogne.
Lunedì 5 dicembre, presso l’Oratorio Carlo Acutis alla presenza di numerose autorità e cittadini, è stato presentato il libro del professor Massimo Bonifazi “Inventario dell’Archivio storico del Capitolo della Collegiata di San Nicolò di Fabriano (1167-1963)”.
Ieri, festa del Santo Patrono, c’è stata la chiusura con la messa solenne presieduta dal vescovo Massara che, dopo l’omelia fatta tra i bambini, ha indirizzato un ultimo pensiero ai presenti e un appello paterno alle istituzioni civili e militari.
Tante le figure istituzionali intervenute: il Prefetto di Ancona Darco Pellos; il questore di Ancona, Cesare Capocasa; la sindaca di Fabriano, Daniela Ghergo; il capitano dei Carabinieri, Mirco Marcucci; il comandante della Guardia di Finanza di Fabriano, Gennaro Pietroluongo; il commissario di Polizia di Fabriano, Gerarda La Sala; l’assessore della Regione Marche con delega alle pari opportunità, Chiara Biondi; diversi assessori comunali e molti altri.
Il saluto del vescovo Massara
“Provvedere ai bisognosi. Sono queste le parole che dobbiamo riscoprire in questo periodo e in questa bella città, Fabriano. In questa occasione, invito in modo particolare le istituzioni civili che oggi stanno partecipando a questa messa in onore di San Nicolò, di dare uno sguardo particolare ai bisognosi che stanno nel silenzio, nel nascondimento. Che tante volte per vergogna non dicono i propri bisogni. E spesso neppure chi gli abita accanto si accorge che ha un bisogno”, ha esordito il Vescovo.
“Bisogni di tanti tipi: di una parola, di essere ascoltati, di un saluto. E a volte anche di un pezzo di pane. La dignità della gente impedisce loro di andare a chiedere. Apriamo gli occhi su questa città, Fabriano, che ha vissuto tanti anni di benessere grazie alla presenza di grandi fabbriche ma che oggi, dopo le varie crisi economiche e sanitarie, ha tante famiglie che vivono nel bisogno. Anche se non lo dicono”.
“Ognuno di noi è responsabile di chi gli sta accanto. Ognuno di noi deve aprire il cuore, non deve pensare a dare il superfluo ma imparare a condividere ciò che di buono abbiamo nella nostra vita”.
“I bisogni sono tanti – prosegue monsignor Massara -. A partire dalla grande attenzione da dare ai ragazzi e ai giovani tutti. Invito dunque a sostenere gli oratori: i nostri ragazzi hanno bisogno di luoghi sicuri dove si possano incontrare e dove possano scambiarsi le idee e crescere serenamente”.
“Un’attenzione speciale ai giovani – il monito del vescovo – va data loro anche dalle famiglie. Molti genitori infatti non conoscono davvero i propri figli: non sanno come vivono. Spesso leggiamo notizie di alcolismo, di droga, di bullismo, di liti violente per futili motivi…piaghe della gioventù delle quali noi tutti siamo responsabili. Ognuno di noi deve mettersi a disposizione di questa citta, con il cuore, per farla crescere nelle cose belle”.
“Alla sera dobbiamo farci un esame di coscienza: cosa ho fatto io di buono durante la giornata? Perché se la città oggi è in questo modo, è anche responsabilità nostra. Renderla migliore, più bella, è nostro compito: siamo noi a fare la storia! Con il nostro modo di essere, il modo di comportarci, il nostro stile di vita”.
“L’augurio che vi faccio è questo – conclude il Vescovo -: provvedere ai bisogni degli altri, saperli confortare e assistere. Abbiate il coraggio di investire su questo. E’ possibile investire anche solo in cose materiali. Ma poi succede l’imprevedibile che scombina tutto. Lo abbiamo visto nelle scorse settimane: basta che arrivi un’alluvione o un terremoto e ci cambia la vita. L’unica cosa che non cambia nella vita è il bene che abbiamo fatto. E alla fine della nostra esistenza verremo giudicati infatti solo su questo: sul bene che abbiamo fatto. Allora diamo un po’ di attenzione con gesti concreti anche ai poveri che ci stanno accanto e che a volte, presi da noi stessi, non ci accorgiamo di averli vicini. Ce lo chiede san Nicola di Bari e il Signore Gesù. Questo significa vivere il Vangelo nella vita di ogni giorno”.