“Vi siete sforzati di affrontare con spirito evangelico la precaria situazione causata dal terremoto, riconoscendo e accettando negli eventi dolorosi la misteriosa presenza di un Padre che è sempre amorevole anche nelle prove più dure”. Così Papa Francesco si è rivolto alle popolazioni colpite dal sisma che ha scosso l’Emilia Romagna nel 2012. Abbracciato da centinaia di persone che gremivano la piazza antistante il duomo di Mirandola, ancora inagibile per via del terremoto, il Pontefice ha espresso la sua vicinanza agli abitanti della comunità emiliana.
A Mirandola per confermare l’affetto della Chiesa
“In questa vostra città – ha affermato il Pontefice -, che reca ancora visibili i segni di una prova tanto dura, desidero abbracciare voi e gli abitanti delle altre località colpite dal terremoto nel maggio 2012″. Ricordando la visita compiuta dal suo predecessore, Benedetto XVI, ha sottolineato il motivo della sua visita: “Oggi io sono fra voi per confermarvi l’affetto di tutta la Chiesa e per testimoniare a ciascuno la mia vicinanza e il mio incoraggiamento per il cammino che ancora resta da fare nella ricostruzione“.
Dio è sempre amorevole
“So bene – ha aggiunto – quanto il terremoto abbia compromesso il patrimonio umano e culturale di questa vostra terra. Penso ai disagi che avete subito: le ferite alle case, alle attività produttive, alle chiese e agli altri monumenti, carichi di storia e di arte e simbolo della spiritualità e della civiltà di un popolo”. Ma il pensiero di Bergoglio è andato soprattutto alle “ferite interiori: la sofferenza di chi ha perso i suoi cari e di chi ha visto disperdersi i sacrifici di una vita intera. Nei giorni successivi al sisma, grande ammirazione ha suscitato in tutti la testimonianza di dignità e di intraprendenza che avete dimostrato. Vi siete sforzati di affrontare con spirito evangelico la precaria situazione causata dal terremoto, riconoscendo e accettando negli eventi dolorosi la misteriosa presenza di un Padre che è sempre amorevole anche nelle prove più dure“.
Mai sia persa la speranza
“Il mio augurio è che non vengano mai meno la forza d’animo, la speranza e le doti di laboriosità che vi distinguono – ha proseguito Bergoglio -. Rimanga saldo il vostro intento di non cedere allo scoraggiamento dinanzi alle difficoltà che ancora permangono”. Il Santo Padre ha poi sottolineato quanto sia importante il recupero dei centri storici: “Essi sono i luoghi della memoria storica e sono spazi indispensabili della vita sociale ed ecclesiale. Sono certo che non mancherà la buona volontà, da parte di tutti gli attori coinvolti, affinché sia assicurata la rapida realizzazione di questi necessari lavori, per il bene comune“.
L’omaggio alle vittime del terremoto
“Davanti al vostro duomo, luogo simbolo della fede e della tradizione di questo territorio e gravemente lesionato dal sisma – ha concluso -, elevo con voi al Signore una fervente preghiera per le vittime del terremoto, per i loro familiari e per quanti tuttora vivono in situazioni precarie. Il Signore faccia sentire a ciascuno il suo sostegno!”. Poi, a braccio ha spiegato la sua visita all’interno della Cattedrale: “Ho voluto lasciare sull’altare del duomo un mazzo di fiori in memoria di quelli che ci hanno lasciato col terremoto”. Poi, sempre a braccio, ha aggiunto: “Vi ringrazio per l’esempio di coraggio e di dignità che avete dimostrato a tutta l’umanità e per la forza che avete di andare avanti.
Al termine del suo discorso, Papa Francesco è sceso dal palco per salutare i fedeli riuniti sul sagrato del duomo. Bergoglio si è intrattenuto con i presenti scambiando battute, abbracciando i disabili, benedicendo i bambini e prestandosi anche a qualche selfie. Quindi, l’incontro con alcuni parenti delle vittime del terremoto.
Il Papa a San Giacomo Roncole
Dopo aver lasciato la piazza centrale della città di Mirandola, Papa Francesco ha raggiunto la parrocchia di San Giacomo Roncole per l’omaggio floreale al monumento delle vittime del sisma del 2012.