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Migranti in un ex albergo, insorge un paese nel Messinese

La questione-minori non accompagnati scuote la giornata dell’accoglienza dei migranti a Messina e a Corigliano Calabro.

Insorge Castell’Umberto

L’arrivo di trenta migranti minorenni non accompagnati ha fatto salire la tensione al Comune di Castell’Umberto, piccolo centro in provincia di Messina dove il sindaco Vincenzo Lionetto Civa è insorto sostenendo di essere stato avvisato all’ultimo momento. A destinarli in una struttura alberghiera di quel territorio è stata la Prefettura di Messina. Il sindaco però non ci sta e già venerdì sera era sbottato dicendo che si sarebbe recato davanti alla struttura alberghiera e sarebbe rimasto lì davanti. “Non ritengo questo – aveva scritto su Facebook – un atto di coinvolgimento istituzionale corretto per gli ovvi motivi di ricaduta sulla nostra comunità”. Si e’ rivolto ai suoi concittadini protestando sulla tempistica: “In una struttura dichiarata da mesi inagibile – scrive il sindaco -, senza luce, con acqua fornita dal Comune di Castell’Umberto con morosità dal 2012 (regolarmente attivati da tempo tutti i procedimenti amministrativi di recupero) hanno provato a far entrare un gruppo elettrogeno….i cittadini hanno bloccato le vie di accesso… garantiti ingresso mezzi di pronto intervento”.

Il sindaco di Sinagra

“Per quanto ne so, ma le informazioni non sono precise, nell’hotel Canguro, chiuso da un anno, al momento ci sono una cinquantina di migranti, tutti maggiorenni” ha invece dichiarato il sindaco di Sinagra, Nino Musca. L’albergo in cui sono stati portati gli extracomunitari ricade infatti nel territorio del suo paese, ma è praticamente all’ingresso di Castell’Umberto, che assicura alla struttura rete fognaria e rete idrica. “Ieri sera mi è stato comunicato l’arrivo di 25 persone – racconta – Altri 25 dovevano essere portati nel comune di Merì, ma è stato poi accertato che l’immobile scelto non aveva i requisiti di agibilità, quindi tutti e cinquanta sono venuti nel mio comune”. “L’ultimo certificato di agibilità utile che ho trovato riguardo l’hotel Canguro è del 2006 – spiega – Successivamente e recentemente dovrebbero essere stati dati pareri favorevoli per l’agibilità dalla Asp. Alla notizia dell’arrivo dei migranti, alcuni abitanti di Castell’Umberto hanno circondato la struttura, ma gli ospiti erano già dentro. Si sono chiusi gli accessi con le auto, ma, appunto, ormai le persone erano già state trasferite”. “Per l’accordo tra l’Anci e il Viminale – conclude Musca – sono previsti 2,5 migranti ogni mille abitanti. Sinagra ne ha 2700 quindi certo non ce ne sarebbero spettati 50”.

I chiarimenti della Prefettura

La dottoressa Caterina Minutoli, della Prefettura di Messina ha dichiarato che si tratta di “una struttura che abbiamo individuato in via di emergenza perché nel territorio di Messina sono stati destinati numerosi migranti e bisognava dare una sistemazione a tutti “. Chiarimenti anche riguardo le condizioni dell’albergo: “Si tratta di una struttura che era già stata visionata – afferma la dottoressa Miunutoli – e che ha acqua e luce attraverso un generatore di corrente elettrica”. La tensione, comunque, resta palpabile.

Emergenza minori in Calabria

Sono 203 invece i minori sbarcati nel porto di Corigliano Calabro, in provincia di Cosenza, dove è approdata la nave della marina militare tedesca Rhein con a bordo 923 immigrati soccorsi nel Mediterraneo. Nel gruppo sono presenti anche 14 donne in gravidanza, ma il vero allarme riguarda proprio i minori non accompagnati. Sia il sindaco della città, Giuseppe Geraci, che le autorità locali hanno evidenziato “la grave situazione che si registra nelle strutture per l’accoglienza dei minori non accompagnati“. “E’ davvero una tragedia – ha detto il primo cittadino – non sappiamo dove mettere questi minori, dal momento che sia il palazzetto dello sport che la scuola sono saturi”. Sul posto è presente anche il prefetto di Cosenza, Giancarlo Tomao, che sta cercando di individuare strutture idonee per l’accoglienza, dal momento che il gruppo di minori non accompagnati non può andare fuori dalla regione. Nel porto di Corigliano sono state svolte tutte le operazioni di primo soccorso e di identificazione, grazie alle forze dell’ordine, alle associazioni di volontariato e alle autorità presenti. Altri 640 migranti sono sbarcati a Bari.

Civitavecchia: no all’hot spot

Intanto a Civitavecchia fa discutere la proposta di realizzare un hot spot nel porto. “L’area è piccola, non capisco come siamo stati scelti” ha detto in un’intervista il sindaco pentastellato di Civitavecchia, Antonio Cozzolino, contrario ‘ all’istituzione di un hotspot per i migranti nel porto cittadino, secondo approdo turistico d’Europa. “Hanno individuato una banchina del porto operativa che ospita traffico auto diretto a Baltimora e Halifax e tre volte a settimana lì c’è la tratta con Tunisi, come facciamo?”. I migranti “vanno identificati, accolti e dal punto di vista sanitario l’ospedale a malapena fa fronte alle nostre necessita’, soprattutto d’estate”. “Noi già facciamo la nostra parte” ha concluso. Lunedì alle 20.30 sarà a Civitavecchia anche il leader della Lega Matteo Salvini che si dice “solidale con tutti i cittadini che si ribellano all’invasione di clandestini”.

Il cardinale Montenegro

E intanto l‘arcivescovo di Agrigento, cardinale Francesco Montenegro, che aveva accolto il Papa a Lampedusa, lancia un monito da Radio Vaticana: “Devo dire che secondo quello che stiamo vedendo in questi tempi la collaborazione tra le diverse forze politiche non mi sembra facile da raggiungere. Ognuno fa il suo proclama, ognuno pensa che il suo proclama sia quello giusto, ma di fatto non si trovano ancora soluzioni. Quando vediamo che gli Stati si sono impegnati ad aiutare quelle nazioni che sono in povertà, i Paesi in via sviluppo come avevano promesso, ma tolgono sempre del denaro, mi fa restare perplesso su come ora improvvisamente tutti sono d’accordo sul come fare, quando fare e se fare – aggiunge il cardinale – In concreto ancora non si è visto niente: solo grida a destra, a sinistra, al centro, ma gridando non si risolvono i problemi”.

 

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