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Messina Denaro, il vescovo di Mazara: “Chi sa, parli”

Mons. Domenico Mogavero, all'uscita della parrocchia, parla di Messina Denaro: "Non è una persona per cui possiamo avere troppa pietà"

“Non è una persona per cui possiamo avere troppa pietà. È uno che ha ammazzato tanto, ha sparso tanto sangue, ha ucciso tanti innocenti, il bimbo (il piccolo Giuseppe Di Matteo, ndr), non credo possa pentirsi, che abbia voglia di parlare”. Lo ha detto il Vescovo emerito della Diocesi di Mazara del Vallo, monsignor Domenico Mogavero riferendosi a Matteo Messina Denaro, stamattina all’uscita della parrocchia Madonna di Fatima di Campobello di Mazara, a pochi passi dal vicolo San Vito dove c’era, il covo del boss, arrestato lunedì scorso.

Il vescovo: “Chi sa, parli”

Il Vescovo da alcune settimane sta aiutando don Nicola Patti nelle celebrazioni religiose. “Se non ci fossero state tante coperture, per affetto, per amicizia o per paura, sarebbe stato arrestato prima. In questi nostri ambienti non si può dire di no non per paura ma per intimità, per vita trascorsa insieme. Oggi ha vinto lo Stato, ora spero che vinca la nostra gente, che esca dalla situazione di paura e finalmente possano tutti esultare”, ha detto ancora monsignor Mogavero. “Usciamo sulle piazze ed esprimiamo la nostra soddisfazione, ma anche il nostro no alla mafia e a tutti i malavitosi”, ha detto il prelato. “Chi sa, parli, perché potrebbe svelare fatti che possono giovare a tante indagini”, ha aggiunto Monsignor Mogavero che da Vescovo di Mazara del Vallo nel 2013 negò i funerali al boss di Mazara del Vallo Mariano Agate: “Non ci vuole tanto coraggio, ci vuole essere coerenti col proprio ministero”, ha concluso Mogavero visibilmente emozionato.

Il covo di Messina Denaro

Foto di animali feroci, magneti da frigorifero con l’immagine di un boss in smoking che ricorda Al Pacino ne “Il padrino” e sotto scritto “il padrino sono io”, la foto attaccata alla parete di Al Pacino, sempre nel film di Francis Ford Coppola: sono alcune delle cose trovate nel covo di vicolo San Vito a Campobello di Mazara in cui si nascondeva nell’ultimo periodo di latitanza il boss Matteo Messina denaro.  Oltre ai pizzini, documenti e carte, dunque, i carabinieri del Ros hanno trovato una serie di oggetti che si richiamano alla celebre pellicola.

Fonte: Ansa

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