Mazara, l’incubo è finito: l’abbraccio delle famiglie ai 18 pescatori

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Un incubo finito, dopo 108 lunghissimi giorni. I pescherecci Medinea e Antartide avvistano in mattinata le sponde italiane, dopo un ancoraggio forzato a Bengasi e la detenzione dei 18 pescatori di Mazara del Vallo in Libia. Le due imbarcazioni sono approdate al Porto Nuovo accolte da un grido di gioia delle famiglie, ad attendere i pescatori al loro arrivo così come li hanno attesi nei difficili giorni della prigionia.

C’è chi piange di gioia, chi ride, chi sprigiona entusiasmo, chi ancora non ci crede. La felicità si materializza al molo siciliano. Uno sprazzo di Natale nei giorni in cui la festa non riesce a prendere forma. Una parentesi di gioia per diciotto famiglie che, di sicuro, passeranno le festività con la serenità di chi ha provato cosa vuol dire riabbracciare un proprio caro.

La prigionia in Libia

Una festa che ha finito per coinvolgere anche Mazara del Vallo, la città dei pescatori. Che in questi giorni non ha mai fatto mancare il sostegno alle loro famiglie, così come la Regione Sicilia, impegnata anche con un apporto economico. La situazione, però, di sbloccarsi non ne voleva sapere. I due pescherecci erano stati requisiti dalle milizie del generale Haftar perché accusati di aver violato le acque territoriali.

Di lì l’inizio dell’incubo. Una prigionia di 108 giorni, estenuante, con scarsissimi contatti con le proprie famiglie. Subendo, come raccontato dagli stessi pescatori in radio, “continue umiliazioni, due nostri compagni sono stati anche picchiati“. A sbloccare la situazione, una mediazione sul posto da parte del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. Direttamente in Libia, a colloquio con il leader della Cirenaica.

Natale a casa per i pescatori

Come previsto dalle disposizioni sanitarie, i pescatori sono stati sottoposti a tampone. Il via libera è arrivato alle 11.15, con la riscontrata negatività di tutti gli imbarcati. Il lieto fine definitivo. Per loro e per chi li ha aspettati, per oltre tre mesi, senza mai perdere la speranza di passare il Natale con loro.

Damiano Mattana: