Maturità in presenza. Se n’è parlato a lungo, durante e dopo il lockdown. Ora i ragazzi tornano a scuola, per sostenere l’esame più importante a un centinaio di giorni dalla chiusura degli istituti per l’emergenza coronavirus. Un ritorno salutato dal ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, nel giorno in cui 13 mila commissioni di docenti si riuniscono per esaminare i maturandi: “E’ un primo rientro dopo il lockdown – ha spiegato il ministro – resto convinta che fosse giusto mantenere gli esami, farli in presenza e in sicurezza. Perché con il secondo ciclo si chiude un lungo percorso di studi e l’esame è uno snodo verso la vita da adulti. Era giusto far vivere questo passaggio agli studenti”.
Maturità a Bergamo
Un risultato raggiunto che, secondo Azzolina, non era scontato: “Alcuni paesi europei li hanno cancellati. Questi esami non concludono l’anno scolastico ma fanno da collegamento con settembre. Sono molto felice di vedere oggi le scuole riaperte e di essere qui a Bergamo”. Il ministro dell’Istruzione ha infatti presenziato all’Istituto “Giacomo Quarenghi” della città lombarda, fra le più funestate dalla pandemia e teatro delle scene più drammatiche viste durante i mesi di quarantena: “Abbiamo fatto una proposta alle regioni per il 14 settembre se intendiamo riportare tutti gli studenti a scuola. Ma già dal primo settembre tutte le scuole saranno aperte per recuperare tutte le attività di apprendimento per gli studenti”.
Paritarie in piazza
Per una scuola che tenta di riprendere, un’altra rischia di restare indietro. Il webinar sul tema scuola paritaria ha fatto emergere, per l’ennesima volta, la necessità di un intervento concertato e urgente per garantire un futuro a quegli istituti che, senza un salvagente, la crisi post-Covid rischia di trascinare a fondo. Almeno il 30% delle paritarie rischia la chiusura, circostanza che andrebbe a generare un contraccolpo non indifferente sull’intero sistema scuola, che si ritroverebbe in una fase di ripresa dall’emergenza sanitaria a dover gestire un esodo di 300 mila studenti che si riverseranno nei locali della statale. Uno scenario da non sottovalutare, specie se agli interventi richiesti non dovessero corrispondere adeguati piani di sostegno. Per questo, per la giornata di domani, Piazza Montecitorio vedrà il flash mob organizzato dagli istituti paritarie come ennesima richiesta di aiuto: in ballo, il futuro non solo degli studenti ma anche della libertà di scelta educativa.