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Matthew minaccia la Florida, Obama: “Potrebbe rafforzarsi”

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La Florida si prepara all’arrivo dell’uragano Matthew che ha già devastato Cuba e Haiti, provocando oltre 500 morti. La tempesta è di nuovo diminuita d’intensità, passando dalla categoria 4 a 3, con i venti che sono scesi a 210 Km/h rispetto ai 250 di poche ore fa. Ma i danni nel grande Stato della Est Coast americana saranno comunque ingenti. Tanto che Barack Obama, dopo la South Carolina e la stessa Florida, ha dichiarato lo stato d’emergenza anche in Georgia. “Per ora non è arrivato – ha detto il presidente Usa – ma c’è grande preoccupazione perché potrebbe improvvisamente rafforzarsi”

Come il terremoto

Apocalittico lo scenario descritto dagli operatori umanitari dell’Unicef ad Haiti, i quali hanno detto che si vedono livelli di devastazione simili a quelli avuti durante il terremoto di sei anni fa. E’ anche emergenza per la scarsità di acqua potabile, mentre al sud del paese si sono già registrati i primi casi di colera a causa delle acque contaminate. Ma uno scenario simile è previsto anche negli Stati Uniti.

Emergenza

In particolare il governatore della Florida, Rick Scott, ha lanciato nuovamente un appello ai residenti invitandoli a seguire gli ordini di evacuazione. “La tempesta vi ucciderà – ha detto – è una cosa seria. Non rimane molto tempo”. Lo stesso Obama ha dichiarato lo stato di emergenza per la Florida a causa delle conseguenze catastrofiche che potrebbe avere l’uragano, garantendo così risorse federali per far fronte a danni che si preannunciano enormi. Nonostante i continui appelli ad evacuare, diversi residenti – riportano i media – sostengono come le autorità stiano creando inutili allarmismi, rifiutandosi di lasciare le proprie abitazioni. Anche il governatore del South Carolina, Nikki Haley, ha lamentato come la gente non stia evacuando in modo veloce.

Misure di sicurezza

Secondo quanto riferiscono alcuni media americani, un impatto diretto da parte di Matthew potrebbe portare un livello di distruzione paragonabile a quello dell’uragano Andrew che si abbatté su Miami nel 1992. In maniera precauzionale, atenei e scuole sono stati chiusi e molti istituti scolastici sono stati convertiti in rifugi. Ha chiuso i battenti temporaneamente anche Disney World ad Orlando, così come hanno chiuso gli aeroporti di Miami, Orlando e Fort Lauderdale, con il risultato che sono stati cancellati circa 1.500 voli. Presi d’assalto anche i supermercati. Chi ha potuto, seguendo anche il consiglio delle autorità, ha fatto scorte di cibo ed acqua lasciando vuoti gli scaffali. Code anche alle pompe di benzina dove tuttavia al momento non è stata registrata mancanza di carburante.

I precedenti

Matthew potrebbe diventare il primo potente uragano ad approdare negli Usa dal ciclone Wilma dell’ottobre 2005. I meteorologi sostengono che nei prossimi giorni sono previsti venti e piogge forti, tempeste e altri problemi sulla costa Usa, passando dalla Florida ai due Stati della Carolina e avvertono che i suoi effetti potrebbero essere disastrosi. Di seguito un elenco degli uragani più devastanti nella storia americana. 1900 – Circa 8mila persone muoiono in Texas dopo l’arrivo di un ciclone a Galveston con venti fino a 210 km orari. I danni all’epoca vennero calcolati in 20 milioni di dollari (700 milioni di oggi). 1928 – La Florida viene colpita dall’uragano “Great Okeechobee” classificato a categoria 4. I morti sono oltre 2.500. 1938 – 700 persone perdono la vita nel New England dopo il passaggio di un ciclone categoria 3 che travolge strade, ferrovie, abitazioni, coltivazioni e distrugge l’industria della pesca. 1992 – L’uragano Andrew, categoria 4, colpisce le Bahamas, la Florida e la Louisiana. I morti sono 55, 250mila gli sfollati mentre i danni ammontano a 20 miliardi di dollari. 2004 – Charley approda in Florida, spostandosi poi verso il South e North Carolina provocando 21 morti e migliaia di senzatetto. I danni ammontano a 15 miliardi di dollari. 2005 – Katrina provoca 1.800 morti in Louisiana e 108 miliardi di danni. E’ stato l’uragano più grave in termini di danni economici e uno dei più gravi di sempre dal punto di vista del numero di morti.

Edith Driscoll: