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Mattarella conferisce trenta onorificenze al Merito Civile

Il Presidente della Repubblica ha insignito trenta persone dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana: "Avete interpretato il dovere dell'umanità"

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha conferito le onorificenze dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana a trenta persone, impegnate costantemente nel miglioramento della società italiana, attraverso attività e promozione umana e sociale sul territorio. Un impegno ripagato da un riconoscimento tra i più elevati per la società civile. Un ringraziamento speciale per chi è andato oltre il normale dovere civico, interpretandone il senso “in maniera più aperta”. Di seguito, il discorso integrale del Presidente della Repubblica.

Il discorso del Presidente

“Benvenute e benvenuti al Quirinale. È davvero un gran piacere accogliervi per consegnarvi i diplomi dell’onorificenza che vi vengono conferiti. E, soprattutto, per ringraziarvi per quanto avete fatto, per come avete rappresentato quello che è, in realtà, il vero spirito del nostro Paese, il vero senso, che l’Italia conserva e sviluppa ampiamente, di solidarietà, di altruismo, di apertura verso gli altri.

Tra poco saranno, man mano, lette le motivazioni, e si vedrà quanto sono varie le forme, le modalità e le circostanze in cui si è svolta questa disponibilità verso gli altri.

C’è chi si è impegnato per la salute, per accompagnare le cure di chi è malato; per stimolare la ricerca scientifica contro malattie insidiose.

C’è chi si è impegnato sul fronte della disabilità. Chi l’ha in proprio e si è impegnato per accantonarne e superarne i condizionamenti, stimolando altri in questo percorso e inviando un messaggio e concrete prospettive a tanti altri. E chi, in corrispondenza, si è impegnato a sostegno di chi ha disabilità.

Vi è chi si è impegnato nella scuola o nella formazione, nell’istruzione; chi si è impegnato per i detenuti, per offrire un percorso di reinserimento nell’ordinata e onesta vita sociale. Vi è chi si è impegnato per la sicurezza stradale.

Vi è chi si è impegnato sotto tanti altri fronti di grande rilievo; chi ha svolto il suo compito di imprenditore in maniera aperta, autentica come imprenditore, nei confronti di chi collabora con lui; chi ha messo a disposizione quel che ha, come il suo taxi, per esempio; chi si è impegnato per i bambini, per alleviare quantomeno lo stato d’animo di bambini in zone di guerra.

È una quantità, non le ricordo tutte, le motivazioni; ne ho dimenticata, forse, qualcuna.

C’è chi si è impegnato per salvare persone in difficoltà con interventi immediati, coraggiosi, tempestivi; interventi per salvare la vita sul fronte della salute o interventi per difendere dalla violenza persone deboli.

Una quantità di impegni, di iniziative per le quali vi esprimo riconoscenza.

Avete interpretato così il senso di solidarietà. Stavo per dire il senso del dovere. In realtà, il senso del dovere è abitualmente interpretato come il senso di adempiere pienamente, con dedizione, coscienza, i doveri del proprio stato, della professione propria, come una sorta di conseguenza dell’attività che si svolge.

Siete andati oltre. Avete interpretato il senso del dovere in maniera più aperta. Il senso del dovere di umanità, non soltanto della propria professione o attività, o di ruolo nella società. Ma il senso il dovere di umanità.

Come si fa ad essere indifferenti se si è di fronte a un ragazzino aggredito da un gruppo di bulli?

Come si fa ad esserlo se una donna è aggredita da un bruto?

Come si fa ad essere indifferenti se un portatore di disabilità ha difficoltà per realizzarsi che potrebbero essere superate con un po’di sostegno e di aiuto?

Tante circostanze e condizioni che indicano, appunto, un senso del dovere più ampio: quello del dovere di umanità che voi avete interpretato.

Interpretando anche un altro valore. Nel diritto romano – come mi sono permesso di ricordare un’altra volta – vi è stato un grande passo avanti di civiltà, quando si è detto che la libertà di ciascuno trova il limite in quella degli altri. In realtà si è superato questo principio. Perché l’umanità va avanti nella sua civiltà, malgrado guerre di aggressione, malgrado oppressioni, malgrado negazione di diritti allo studio, come avviene in alcuni Paesi nei confronti delle donne. Ma l’umanità avanza nella sua civiltà.

E la libertà, in realtà, non trova un limite in quella degli altri, ma si realizza insieme a quella degli altri. Non è piena se coloro che sono nella stessa comunità non ne godono ugualmente.

Questo avete interpretato. E di questo vi sono grato. A voi come tanti altri.

Tanti nel nostro Paese hanno compiuto gesti, iniziative, attività come quelle che voi avete messo in atto. Non possono essere chiamati tutti al Quirinale: voi li rappresentate tutti.

Questo è un segno del nostro Paese per il quale abbiamo fiducia nel futuro. E questa fiducia mi spinge ulteriormente a dirvi grazie. Grazie per quanto avete fatto e complimenti.

Vorrei ringraziare anche Carolina Crescentini per averci accompagnato e guidato in maniera così efficace. Grazie davvero”.

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