A fronte di un conflitto bellico in atto, tutto o quasi passa in secondo piano. Mentre la Russia continua la sua invasione in Ucraina, infatti, resta sempre viva la crisi economica, quella sanitaria non è del tutto passata e la popolazione mondiale si trova travolta, nella maggior parte dei casi, da un’ondata di inflazione come non se ne vedevano da decenni. E anche la speranza di riuscire a consegnare ai cittadini un modello di vita sostenibile entro il 2030 inizia a scricchiolare. Non per scarso impegno, anche se i più recenti vertici per il clima (G20 e Cop26) hanno fatto più rumore che prodotto risultati. Il problema è proprio nell’attuazione dei piani di politica green e di abbassamento delle emissioni fossili. I quali si attagliano a fatica a un contesto di crisi. Lo ha ricordato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo messaggio per 50esima Giornata mondiale dell’Ambiente.
Mattarella e i cinquanta da Stoccolma
Secondo il Capo dello Stato, la responsabilità della guerra nella difficoltosa attuazione dei piani di sostenibilità , in Europa e non solo, è evidente. Il vero nodo da sciogliere, a cinquant’anni dalla Dichiarazione di Stoccolma, “che per la prima volta affermò in modo solenne, insieme al diritto alla libertà , all’uguaglianza e a condizioni di vita dignitose per ogni persona, anche il dovere di proteggere e migliorare l’ambiente per garantire il futuro alle nuove generazioni”. In quel momento, ha spiegato Mattarella, si gettarono le basi per un “processo globale della responsabilità verso il domani del nostro pianeta, comune a ogni nazione, ogni società , ogni popolo”.
Un tema che, però, solo negli ultimi anni ha iniziato a far realmente presa sul piano politico. Sul piano sociale, la convergenza di opinioni sull’urgenza della tutela ambientale era sbarcata molto prima, più o meno quando si iniziò a intuire la potenziale gravità delle conseguenze del famigerato “buco nell’ozono”.
L’impatto della guerra
Come ricordato dal Presidente Mattarella, “il percorso di questi decenni non è stato e non è tuttora lineare. Ha conosciuto battute d’arresto e colpevoli ritardi. E, tuttavia, per dare futuro all’umanità dobbiamo essere capaci di governare i cambiamenti climatici, arrestare lo sfruttamento delle risorse non riproducibili, concepire lo sviluppo in termini di sostenibilità ecologica e sociale“. Non è tuttavia possibile ignorare l’impatto del conflitto in Ucraina. Una guerra che il Capo dello Stato definisce “scellerata” e non solo perché “sta insanguinando l’Europa con l’aggressione della Federazione Russa all’Ucraina”.
Le azioni di Mosca, infatti, stanno “provocando una conseguenza inevitabile sulla capacità di rispettare l’agenda degli impegni assunti per contrastare il cambiamento climatico. Ed evitare così, le ulteriori crisi umanitarie conseguenti”. Basti pensare che, per sopperire alla carenza energetica, era tornata sul tavolo l’ipotesi (decisamente concreta) di riaccendere le centrali del carbone. Per questo la Giornata dell’Ambiente “suona più che mai come severo richiamo alla assunzione condivisa di un impegno comune alla pace e alla cooperazione internazionale”.