Mattarella: “Dal riscatto nazionale un secondo Risorgimento”

Golfo dell'Asinara - Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con il Ministro della Difesa Guido Crosetto e il Capo di Stato Maggiore della Difesa Amm. Sq. Enrico Credendino, in occasione della cerimonia dell'80° anniversario dell'affondamento della Corazzata "Roma", oggi 9 settembre 2023. (Foto di Paolo Giandotti - Ufficio Stampa per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è recato, insieme al ministro della Difesa Guido Crosetto, a bordo della portaerei Cavour all’Asinara per la commemorazione dell’affondamento della Corazzata Roma 80 anni fa, in cui persero la vita quasi 1.400 marinai italiani. Alla cerimonia c’era Gustavo Bellazzini, 102 anni, l’ultimo dei sopravvissuti dei 622 naufraghi della Corazzata Roma.

1.393 vittime

Dopo l’8 settembre 1943 prese il sopravvento in Italia “un sentimento di sbandamento che accompagnava lo svelamento di un inganno, quello del regime fascista, aggiunto alla acquisita consapevolezza della rottura del patto tra monarchia e popolo”. A ricordarlo è il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a bordo della portaerei Cavour all’Asinara, per commemorare i 1.393 marinai che persero la vita nell’affondamento della Corazzata Roma provocato 80 anni fa da bombe tedesche. L’Italia, durante il conflitto, “ha pianto migliaia di morti, uomini e donne, militari e civili, in patria e all’estero, accomunati dal desiderio di vivere in pace, in un paese libero, lasciandosi alle spalle la dittatura e gli orrori della guerra”, osserva. “Tanti italiani morirono perché la Patria riprendesse il suo autentico e libero percorso nella storia” e “da quel 9 settembre 1943 prese inizio il riscatto nazionale, la lotta di Liberazione“, dice il Capo dello Stato che sottolinea come “marinai, soldati, avieri, militari”, “con il loro comportamento e sacrificio, resero onore all’Italia”.

“Un secondo Risorgimento”

Mattarella cita così “i militari internati nei campi di concentramento in Germania, ai quali venne negato lo status di prigionieri di guerra”, i “martiri di Cefalonia”, i “combattenti nei Balcani, i “reduci” di Russia e Africa, spiegando come da loro, “si levò la condanna nei confronti di un regime che si era unito al nazismo tradendo i valori autentici del popolo italiano”. Una condanna che si alzò anche da chi, “rifiutando di servire il governo collaborazionista di Salò”, salì “in montagna, costituendo le prime formazioni armate”. Mattarella fa riferimento anche ai “fucilati, gli impiccati, i torturati, i morti di stenti” nei “campi di concentramento, le vittime di rappresaglia tedesca, da Marzabotto a Boves, alle Fosse Ardeatine, all’isola di Kos e di Lero“, ai “caduti a Porta San Paolo, a Montelungo, nelle 4 Giornate di Napoli” che “hanno dato vita”, tutti insieme “a un secondo Risorgimento“, al “sorgere di una nuova Italia, ricostituendo l’unità nazionale che il fascismo aveva spezzato”.

L’eredità

E “la loro eredità – dice – sono le istituzioni democratiche della Repubblica e la missione di pace iscritta nella Costituzione all’articolo 11 ove si afferma solennemente che “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli””. Un’occasione per ribadire da parte del Capo dello Stato “il diritto del popolo ucraino a resistere e a pretendere di essere arbitro del proprio futuro”.

“Onoriamo il loro sacrificio”

“Oggi commemoriamo un evento del passato onorando gli uomini che lo hanno vissuto sacrificando se stessi e insieme celebriamo l’Italia di oggi che senza di loro non esisterebbe per come la conosciamo”. Cosi il ministro della Difesa Guido Crosetto in occasione dell’ottantesimo anniversario dell’affondamento della corazzata Roma, il quale ha salutato “con grande affetto e abbraccio il marinaio in congedo Gustavo Bellazzini, ultimo superstite della Corazzata Roma, splendido 101enne a cui va tutta la mia gratitudine”. Crosetto è salito a bordo di nave Cavour con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella per commemorare l’anniversario.

Fonte Ansa

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