L’Olimpiade come auspicio per la pace. E, al contempo, una festa di sport. Le due cose, mai come stavolta, appaiono collegate. Lo ha ricordato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, incontrando gli atleti olimpici e paralimpici italiani che, fra poche settimane, voleranno a Parigi per i disputare i Giochi. Il Capo dello Stato non ha mai nascosto la sua fiducia nello sport come elemento di conciliazione fra le Nazioni, né la sua stima per gli atleti del nostro Paese, che ha recentemente seguito per ben due giorni durante i Campionati europei di atletica disputati a Roma, che hanno visto un’importante affermazione azzurra.
Mattarella e i portabandiera
Con i rappresentanti della squadra azzurra non dialoga soltanto. Addirittura, con Gianmarco Tamberi, scherza sulla gestione della finale, citando Hitchcock. Con Arianna Errigo si complimenta per la sua “capacità eccellente di far fronte a due impegni diversi, quello di mamma e quello di campionessa“. E lo stesso con Luca Mazzone e Ambra Sabatini, portabandiera paralimpici.
Dimensione umana e valori
Ma non solo. Mattarella ricorda che “l’aumento della popolarità e della conoscenza delle discipline cosiddette minori – che minori non sono – è una offerta ulteriore che sollecita la pratica sportiva”. Discipline che, al pari delle altre, richiedono impegno e sacrifici, condivisione di valori e passione. L’auspicio è che Parigi, al pari di Tokyo, possa essere teatro di una grande ribalta per lo sport azzurro. Perché “gli atleti e le atlete non vanno considerati – come lui ha detto – esecutori di prestazioni, ma persone, con la loro dimensione umana e i valori di ciascuno di loro, i sacrifici di ognuno di loro, la sensibilità di ciascuno di loro, diversa”. Con un mandato ben preciso: mandare un messaggio “convivenza, di amicizia, di collaborazione”, antitetico alla “ottusità di chi scatena guerre”.