Quasi tutto il Paese in zona bianca e un’estate che ha già fatto capire di volersi attestare sulle parti più alte del termometro. Due ingredienti che stanno portando il governo a considerare seriamente l’ipotesi di rivedere l’obbligo di indossare le mascherine anche all’aria aperta. Un tema sul quale, in mattinata, si è mosso il ministro della Salute, Roberto Speranza, che ha inviato una richiesta al Comitato Tecnico-scientifico per riceverne una parere formale. Ufficialmente, il ministro chiede al Cts di esprimersi circa le modalità e i termini “della permanenza dell’obbligo di indossare i dispositivi di protezione delle vie respiratorie all’aperto”. Probabilmente l’ultimo vero nodo da sciogliere ormai all’ingresso del clou della stagione estiva.
Speranza scrive al Cts, la situazione in Europa
Sulla questione si era fugacemente espresso il presidente del Consiglio, Mario Draghi, nella conferenza stampa congiunta con il ministro della Salute e il commissario Francesco Paolo Figliuolo, annunciando l’imminente richiesta di un parere al Comitato tecnico-scientifico. Un passo, quello della cessazione dell’obbligo delle mascherine all’aperto, che molti Paesi hanno già compiuto. In Francia, per esempio, il cittadino è tenuto a indossarla nelle occasioni di potenziale assembramento, ad esempio nei mercati o durante le code agli uffici, ma anche allo stadio. In Germania l’obbligo era saltato in alcuni Länder e sembra pronta una disposizione anche a livello nazionale. Persino in Spagna, a partire dal 16 giugno, cadrà l’obbligo delle mascherine all’aperto.
Regole e buonsenso
In Italia, in questo senso, non si sono ancora compiuti passi definitivi. Si era parlato del 15 luglio come possibile data di caduta dell’obbligo ma, se i numeri dovessero essere particolarmente migliorati, già a fine giugno si potrebbe ottenere l’ok del Cts. Al momento continua a vigere la regola della prudenza, al fine di evitare rischi di risalita dei contagi. L’opposizione preme per un semaforo verde, se non immediato abbastanza prossimo. Secondo il direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, al di là della scelta politica, occorre innanzitutto buonsenso.