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Marsiglia: l’incontro del Papa con il clero diocesano

Le parole del Santo Padre nella basilica di Notre-Dame de la Garde

Il Santo Padre, dopo essere atterrato all’aeroporto internazionale di Marsiglia, dove è stato accolto dal primo ministro della Repubblica di Francia, Élisabeth Borne, e da quattro bambini in abito tradizionale con dei fiori, si è diretto in auto alla basilica di Notre-Dame de la Garde per la preghiera mariana con il clero diocesano. Questo è stato il primo dei due momenti pubblici del suo 44° viaggio apostolico internazionale a conclusione degli Rencontre Méditerranéennes

Il Papa al clero: “Siate strumenti di misericordia e di intercessione”

“Da secoli i Marsigliesi – specialmente coloro che navigano sulle onde del Mediterraneo – vi salgono a pregare. Oggi ancora, per tutti, la Bonne Mère è protagonista di un tenerissimo incrocio di sguardi: da una parte quello di Gesù, che lei sempre ci indica e il cui amore riflette nei suoi occhi; dall’altra quelli di tanti uomini e donne di ogni età e condizione, che ella raccoglie e porta a Dio, come abbiamo ricordato all’inizio di questa preghiera, deponendo ai suoi piedi un cero acceso”. Con questa immagine evocativa il Papa ha salutato il clero diocesano di Marsiglia, durante la preghiera mariana a Notre-Dame-de-la Garde, primo momento pubblico del suo 44° viaggio apostolico internazionale, per la chiusura dei Rencontres Méditerranéennes. “È stato il santo popolo fedele di Dio che ha unto così questo santuario, questo posto di preghiera”, ha aggiunto a braccio: “Santo popolo di Dio, che come dice il Concilio, è ‘infallibile in credendo’”. “Grazie per la vostra presenza e per il vostro servizio, e grazie per le vostre preghiere!”, il saluto di Francesco: “Giunto a Marsiglia, mi sono accodato ai grandi: a Santa Teresa di Gesù Bambino, a San Charles de Foucauld, a San Giovanni Paolo II e a tanti altri, che sono venuti pellegrini qui, per affidarsi a Notre Dame de la Garde. Poniamo sotto il suo manto i frutti degli Incontri del Mediterraneo, insieme alle attese e alle speranze dei vostri cuori”. “Strumenti di misericordia” e “strumenti di intercessione”: sono questi, per il Papa, il frutto di questo incrocio di sguardi. Il primo è quello di Gesù che accarezza l’uomo: “È uno sguardo che va dall’alto in basso, ma non per giudicare, bensì per rialzare chi è a terra. È uno sguardo pieno di tenerezza, che traspare negli occhi di Maria. E noi, chiamati a trasmettere questo sguardo, siamo tenuti ad abbassarci, a provare compassione”. “Non dimentichiamo che lo stile di Dio è quello della vicinanza, della compassione e della tenerezza”, l’aggiunta a braccio; “Impariamo da questo sguardo, non lasciamo passare un giorno senza fare memoria di di quando lo abbiamo ricevuto su di noi, e facciamolo nostro, per essere uomini e donne di compassione”.

Aprire le porte del cuore

“Apriamo le porte delle chiese e delle canoniche, ma soprattutto quelle del cuore, per mostrare attraverso la nostra mitezza, gentilezza e accoglienza il volto del nostro Signore”. È l’invito del Papa, nella preghiera mariana con il clero diocesano di Marsiglia nella basilica di Notre-Dame-de-la-Garde, primo momento pubblico del 44° viaggio apostolico internazionale, a chiusura dei Rencontres Méditerranéennes. “Chiunque vi avvicini non trovi distanze e giudizi, trovi la testimonianza di un’umile gioia, più fruttuosa di ogni capacità ostentata. Trovino i feriti della vita un porto sicuro nel vostro sguardo, un incoraggiamento nel vostro abbraccio, una carezza nelle vostre mani, capaci di asciugare lacrime”, la consegna di Francesco. “Pur nelle tante occupazioni di ogni giorno, non lasciate, per favore, che venga meno il calore dello sguardo paterno e materno di Dio”, l’altra esortazione papale: “Per favore, nel sacramento della penitenza perdonate sempre, siate generosi come Dio è generoso con voi, col perdono di Dio si aprono tante strade della vita”, l’aggiunta a braccio per i sacerdoti. “È bello farlo dispensando il suo perdono con generosità, sempre, sempre, per sciogliere, attraverso la grazia, gli uomini dalle catene del peccato e liberarli da blocchi, rimorsi, rancori e paure contro cui da soli non possono prevalere”, ha proseguito Francesco: “È bello riscoprire con stupore, ad ogni età, la gioia di illuminare le vite, nei momenti lieti e tristi, con i Sacramenti, e di trasmettere, in nome di Dio, speranze inattese: la sua vicinanza che consola, la sua compassione che risana, la sua tenerezza che commuove”. “Siate prossimi a tutti, specialmente ai più fragili e ai meno fortunati, e non manchi mai a chi soffre la vostra vicinanza attenta e discreta”, l’indicazione di rotta per “portare ai fratelli lo sguardo di Gesù”. “C’è un solo momento nella vita in cui è lecito guardare una persona dall’alto in basso”, ha ribadito il Papa fuori testo: “Quando cerchiamo di prenderla per mano per sollevarla, è un gesto che non si può fare senza tenerezza”. Lo sguardo di intercessione, ha suggerito il Papa, deve portare ad essere “angeli in terra”, come Maria, modello della Chiesa, che “mentre ci presenta il suo Figlio, presenta anche noi a lui, come un mazzo di fiori in cui ciascuna persona è unica, bella e preziosa agli occhi del Padre”. “Diventiamo Vangelo vivo nella misura in cui lo doniamo, uscendo da noi stessi, riflettendone la luce e la bellezza con una vita umile, gioiosa, ricca di zelo apostolico”, ha concluso Francesco: “Ci siano di stimolo in questo i tanti missionari partiti da questo alto luogo per annunciare la buona novella di Gesù Cristo nel mondo intero. Portiamo ai fratelli lo sguardo di Dio, portiamo a Dio la sete dei fratelli, diffondiamo la gioia del Vangelo. Questa è la nostra vita ed è incredibilmente bella, nonostante le fatiche e le cadute, anche i nostri peccati. Preghiamo insieme la Madonna, che ci accompagni e ci custodisca”.

Papa: “Troppe persone in fuga trovano nelle onde del Mediterraneo il rifiuto definitivo alla loro ricerca di un futuro migliore”

“Non abituiamoci a considerare i naufragi come fatti di cronaca e i morti in mare come cifre: no, sono nomi e cognomi, sono volti e storie, sono vite spezzate e sogni infranti”. Da Marsiglia, nel momento di raccoglimento con i leader religiosi davanti al Memoriale dedicato ai marinai e ai migranti dispersi in mare il Papa ha chiesto ai presenti un momento di silenzio “in memoria di questi nostri fratelli e sorelle: lasciamoci toccare dalle nostre tragedie”. “Dinanzi a noi c’è il mare, fonte di vita, ma questo luogo evoca la tragedia dei naufragi, che provocano morte”, ha esordito Francesco dalla basilica di Notre-Dame-de-la-Garde: “Siamo riuniti in memoria di coloro che non ce l’hanno fatta, che non sono stati salvati. Penso a tanti fratelli e sorelle annegati nella paura, insieme alle speranze che portavano nel cuore”. “Davanti a un simile dramma non servono parole, ma fatti”, l’appello di Francesco: “Prima ancora, però, serve umanità: silenzio, pianto, compassione e preghiera”. “Troppe persone, in fuga da conflitti, povertà e calamità ambientali, trovano tra le onde del Mediterraneo il rifiuto definitivo alla loro ricerca di un futuro migliore”, la denuncia del Papa: “E così questo splendido mare è diventato un enorme cimitero, dove molti fratelli e sorelle sono privati persino del diritto di avere una tomba, e a venire seppellita è solo la dignità umana”.

Papa: “Siamo a un bivio di civiltà tra fraternità e indifferenza”

“Da una parte la fraternità, che feconda di bene la comunità umana; dall’altra l’indifferenza, che insanguina il Mediterraneo”. Così il Papa, nel momento di raccoglimento davanti al Memoriale dedicato ai marinai e ai migranti dispersi in mare, ha descritto il “bivio di civiltà” di fronte al quale ci troviamo al cospetto del fenomeno migratorio. “Non possiamo rassegnarci a vedere esseri umani trattati come merce di scambio, imprigionati e torturati in modo atroce”, il grido silenzioso di Francesco: “Non possiamo più assistere ai drammi dei naufragi, dovuti a traffici odiosi e al fanatismo dell’indifferenza”. “Le persone che rischiano di annegare quando vengono abbandonate sulle onde devono essere soccorse”, il monito del Papa: “È un dovere di umanità, è un dovere di civiltà! Il cielo ci benedirà, se in terra e sul mare sapremo prenderci cura dei più deboli, se sapremo superare la paralisi della paura e il disinteresse che condanna a morte con guanti di velluto”. A questo proposito, Bergoglio ha citato ancora una volta il libro-testimonianza “Fratellino”, dove il protagonista, alla fine del travagliato viaggio che lo porta dalla Repubblica di Guinea all’Europa, afferma: “Quando ti siedi sopra il mare sei a un bivio. Da una parte la vita, dall’altra la morte. Lì non ci sono altre uscite”.

Papa: “Marsiglia ha di fronte a sé un bivio: incontro o scontro”

“Alle radici dei tre monoteismi mediterranei c’è l’accoglienza, l’amore per lo straniero in nome di Dio. E questo è vitale se, come il nostro padre Abramo, sogniamo un avvenire prospero”. Ne è convinto il Papa, che nel Momento di raccoglimento davanti al Memoriale dedicato ai marinai e ai migranti dispersi in mare, occasione del suo secondo discorso a Marsiglia, ha rivolto un esigente appello ai presenti: “Noi credenti dobbiamo essere esemplari nell’accoglienza reciproca e fraterna. Spesso non sono facili i rapporti tra i gruppi religiosi, con il tarlo dell’estremismo e la peste ideologica del fondamentalismo che corrodono la vita reale delle comunità”. “Oggi pure Marsiglia, caratterizzata da un variegato pluralismo religioso, ha davanti a sé un bivio: incontro o scontro”, la tesi di Francesco: “E io ringrazio tutti voi, che vi schierate sulla via dell’incontro: grazie per il vostro impegno solidale e concreto per la promozione umana e per l’integrazione. È bello che qui, insieme a diverse realtà che lavorano con i migranti, ci sia il Marseille-Espérance, organismo di dialogo interreligioso che promuove la fraternità e la convivenza pacifica”.

Fonte: Angesir

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