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Mariupol, via all’evacuazione: dall’Ucraina 1,5 milioni di profughi

La città di Mariupol annuncia la riattivazione dei corridoi umanitari, bloccati ieri. Nel frattempo, il premier israeliano Naftali Bennett prova la mediazione

I corridoi umanitari si riattivano nella città di Mariupol, per permettere l’evacuazione dei civili bloccati ieri dal fallimento delle trattative. Il vicecomandante della milizia di Donetsk, Eduard Basurin, ha riferito di una riapertura dei corridoi anche a Volnovakha. Come riportato dall’agenzia Tass, l’auspicio dei miliziani dell’autoproclamato corpo filorusso è che “i comandi ucraini incaricati di difendere le regioni abitate ordinino ai loro subordinati di sbloccare le vie di fuga… affinché i civili possano lasciare queste aree popolate”. Lo stop avvenuto durante l’ultimo round dei negoziati era stato attribuito dal presidente russo, Vladimir Putin, ai “nazionalisti ucraini”, accusati di aver impedito l’evacuazione nel momento in cui i corridoi umanitari erano già in vigore. Nel frattempo, la città di Mariupol ha annunciato l’evacuazione a partire dalle 11, ora italiana. Secondo l’Onu, dall’Ucraina sono partiti almeno 1,5 milioni di profughi.

Mariupol e le altre: bombe sulle città ucraine

La notte, l’undicesima della guerra iniziata dalla Russia, ha portato a un breve rallentamento dei bombardamenti per l’Ucraina. Il cessate il fuoco richiesto durante la terza tranche dei colloqui fra i negoziatori non era arrivato a dama e i media ucraini hanno continuato a riferire di spari contro i civili nelle città di Bucha e Gostomel, dove le evacuazioni sarebbero state complicate dalle continue manovre militari. Sarebbero almeno tre le persone uccise, fra le quali una volontaria che aveva da poco finito di consegnare cibo agli sfollati. Nella notte le bombe sarebbero cadute a Zhytomyr, indirizzate anche verso aree residenziali. A denunciarlo è stato il portavoce della Polizia locale, annunciando che almeno 30 famiglie sono rimaste senza case. Un’altra persona sarebbe stata uccisa a Korosten, nel corso di altri bombardamenti aerei. Cinque le persone ferite, altre 5 (tutti bambini) sono state estratte vive da un seminterrato in fiamme.

Bennett va da Putin e Scholz

Nel frattempo, uno spiraglio di speranza arriva dalla visita diplomatica del premier israeliano Naftali Bennett, volato a Mosca per incontrare Vladimir Putin, in pieno Shabbat. Circa tre ore di confronto, appena qualche ora dopo che il presidente russo aveva paragonato le sanzioni a una dichiarazioni di guerra contro la Russia. E’ stato il primo incontro di Putin con un leader straniero dopo l’inizio della guerra. Nella riunione di Governo a Gerusalemme, Bennett ha affermato di essere andato a Mosca e Berlino (dove ha incontrato il cancelliere Olaf Scholz) per “favorire il dialogo fra le parti. Ovviamente ho ricevuto il benestare e l’incoraggiamento di tutti i protagonisti. Continueremo ad agire nella misura in cui ci verrà richiesto”.

Il presidente ucraino Zelensky, si è invece intrattenuto telefonicamente con il premier israeliano, per la terza volta in poche ore. Lo stesso Zelensky è tornato a parlare alla Nazione, definendo l’Ucraina “una superpotenza dello spirito”, annunciando il rischio di un imminente bombardamento su Odessa.

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