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Mariupol: la tragedia di Kirill, ucciso dalle bombe a 18 mesi

Una serie di fotografie strazianti, scattate da un reporter dell'Associated Press, mostrano la disperata ma vana corsa dei genitori. In un ospedale senza nemmeno la corrente elettrica

In ogni essere umano dovrebbe arrivare, prima o poi, il momento di fare un confronto con la propria coscienza. Per capire se, davvero, il senso delle proprie azioni sia finalizzato a qualcosa. Oppure  se tutto è riducibile a mera soddisfazione personale. L’assedio di Mariupol è una delle tante pagine grondanti sangue della guerra iniziata dalla Russia sul territorio ucraino. Dai bombardamenti di Kiev al missile che ha ucciso 8 civili durante l’evacuazione di Irpin, fino alla corsa disperata ma inutile di Marina e Fedor. Una coppia giovanissima, come altre decine di migliaia di persone intrappolata dall’assedio delle forze russe attorno alla loro città, nell’oblast di Donetsk. Il loro dramma, però, è diventato l’emblema della follia della guerra. Il dolore più grande immortalato in alcuni scatti, realizzati da un reporter dell’Associated Press. Immagini che non hanno bisogno di spiegazioni.

La tragedia di Kirill

I due giovani genitori sono stati fotografati mentre entravano di corsa in un ospedale di Mariupol, dove la corrente non c’è e i medici lavorano alla luce dei cellulari. Il papà Fedor tiene in braccio un fagotto, una coperta azzurra intrisa di sangue. Lì c’è suo figlio Kirill, di 18 mesi appena, ferito gravemente dalle schegge di una bomba sganciata durante l’attacco sulla città. Sarà una corsa vana. Il bimbo, nonostante l’intervento dei medici, morirà pochi istanti dopo, ucciso dalla violenza folle e insensata degli uomini. L’ennesimo bambino ucciso. Come Polina e il fratellino Semyon e tanti altri di cui non si è conosciuto il nome. Le immagini dei genitori di Kirill, chini e in preda alla disperazione sul corpo senza vita del figlio, diventa in breve tempo virale e l’immagine simbolo della guerra. Un quadro di dolore straziante, in un contesto di sofferenza estrema. La mamma e il papà di Kirill piangono circondati dal personale ospedaliero, scioccato da ciò a cui ha appena assistito impotente.

Sulla tragedia, in serata, si è espresso anche il ministro degli Esteri italiano, Luigi Di Maio: “Guardare certe immagini fa male, ma girarsi dall’altra parte non è la risposta. Questa guerra va fermata subito: stop alle bombe, è la cosa più urgente adesso. Sono giornate drammatiche, al fianco del popolo ucraino”.

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