L’obiettivo era rafforzare la maggioranza interna, in un momento storico particolarmente delicato per l’Europa e le sue leadership. Invece, il presidente francese Emmanuel Macron esce dal primo turno delle legislative di Francia con qualche ammaccatura di troppo. E, nondimeno, con l’ombra della gauche radicale e di Jean-Luc Mélenchon a stagliarsi attorno all’Eliseo. Il raggruppamento Ensemble!, infatti, si è attestato al 25-25,8%, risultando leggermente in ritardo rispetto alla coalizione Nupes, che ha invece raccolto tra il 25% e il 26,2% dei consensi. Al momento, stando così le cose, i seggi ottenuti da Macron e dai partiti del raggruppamento difficilmente supererebbero i 310. Anzi, è possibile che la maggioranza assoluta, fissata a quota 289, nemmeno venga raggiunta, visto che la forchetta parte da un minimo di 275 seggi.
Macron scende, Mélenchon sale
E pensare che, ai tempi del primo mandato, i numeri erano tutti dalla parte del presidente: ben 341 seggi, quota oggi impensabile. La gauche riunita di Mélenchon, che bene aveva figurato anche alle recenti elezioni presidenziali, potrebbe toccare una quota di seggi compresa fra 190 e 210. Un risultato che il settantenne leader della sinistra di Nupes ha definito emozionante: “Per la prima volta un presidente che vince le elezioni, non riesce a vincere le legislative. Il presidente è battuto, disfatto. Adesso lancio un appello al popolo, riversatevi sulle urne domenica prossima”. C’è da dire che un dato significativo arriva anche dall’affluenza, che non ha superato il 47,5%. Ovvero, la più bassa nella storia. Stando così le cose, saranno le riserve di voti a fare la parte del leone, tradizionalmente ad appannaggio degli schieramenti centristi.
Attesa per il secondo turno
Dopo il 40% ottenuto al ballottaggio, stavolta vanno male Marine Le Pen e il suo Rassemblement National, che buca anche l’appuntamento con le legislative: fra il 18,5% e il 19,8% i consensi ottenuti. In questo modo, l’estrema destra non andrà oltre i 30 deputati, nella migliore delle ipotesi. Cade anche il principale gruppo di opposizione all’Assemblea Nazionale, i Républicans, fermi fra l’11,6% e il 14%. Con l’ascesa della coalizione di sinistra come primo gruppo di opposizione, il nodo sulle riforme, soprattutto sul tema pensioni, sembra destinato a diventare quasi gordiano, viste le visioni opposte (aumento a 65 anni contrariato dalla gauche, che vorrebbe abbassare l’età a 60-62 anni). Domenica prossima l’ultimo atto.