Dopo Grillo, anche gli iscritti dicono sì. La sindaca di Roma, Virginia Raggi, potrà correre per la terza volta alle comunali capitoline, incassando l’80,1% dei consensi sulla piattaforma Rousseau. Superato, quindi, lo scoglio dello zoccolo duro del Movimento 5 stelle, che non aveva visto di buon occhio la decisione di ricandidarsi per più di due giri senza passare dal beneplacito degli iscritti. E quel “sì” è arrivato: da 39.235 votanti per l’esattezza, con soli 9.740 che questa decisione non l’hanno approvata. Un numero alquanto esiguo, senza considerare, peraltro, che gli iscritti erano chiamati a esprimersi anche su un’altra questione fondamentale come l’alleanza con i partiti tradizionali a livello comunale.
Altolà di Zingaretti
In sostanza, la votazione su Rousseau consente sì a Raggi di competere nuovamente ma, soprattutto, rinnova in modo radicale le convinzioni basilari del M5s. Il mandato zero potrebbe significare, in futuro, che tale condizione si applicherebbe anche ai parlamentari e, nondimeno, che la strategia politica dovrà tenere conto della variabile delle alleanze territoriali. Va da sé che l’ala più “radicale” del Movimento abbia storto la bocca, ma il passaggio su Rousseau certifica il nuovo trend pentastellato. Che non manca di trovare apprezzamenti: “È un passo avanti – dice il segretario del Pd Nicola Zingaretti – verso la costruzione di un’alleanza. Ringrazio l’M5s per questa scelta. L’Italia ha bisogno di un punto di riferimento stabile. Ho sempre trovato stravagante che fossimo alleati al governo e divisi nei territori, pur rispettando l’autonomia delle singole realtà locali”.
L’asse (eventuale) M5s
A ogni modo, niente che spingerà i dem a sostenere la candidata pentastellata. Il governatore del Lazio parla dei cinque anni Raggi come “drammatici”, indicando il bisogno della Capitale di trovare nuove speranze. Forse una ragione, per gli ortodossi del M5s, per avere meno amaro in bocca visto che la decisione della piattaforma Rousseau poneva una base per un eventuale asse coi dem. Oltre che una possibile intesa in fase di ballottaggio. Difficile ma, da oggi, possibile.