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M5s, vince la mediazione: Conte e Grillo firmano la tregua

Conte e Grillo approvano la mediazione per evitare scissioni nel M5s, ma l'ex premier è categorico: "I punti fermi restano"

La tregua si firma a tavola. Giuseppe Conte e Beppe Grillo trovano la quadra e, per ora, il Movimento 5 stelle non subisce ulteriori scossoni. Niente scissione, anche se i punti fermi restano. Solo che stavolta si è scelto di seguire la via del confronto senza provocare altre fratture come quella che aveva chiuso la porta col M5s originario, a seguito dell’uscita di Davide Casaleggio. Nessuna comunicazione ufficiale, né da parte dell’ex premier né del fondatore del Movimento. Fonti vicine a Conte, tuttavia, fanno sapere che l’ex presidente del Consiglio ha accolto positivamente l’esito della mediazione e lo scampato pericolo su possibili spaccature.

M5s, la strategia anti-frattura

La firma arriva al termine di una cena chiarificatrice a Marina di Bibbona. Partecipanti, Grillo, Luigi Di Maio e Roberto Fico. Obiettivo, evitare altri disastri che avrebbero significato probabilmente un colpo da k.o. per il Movimento intero. Si era partiti da lì, con un’anticipazione via Facebook (in cui Grillo aveva annunciato la sospensione del voto sul direttivo) nella quale si era dato il là al tentativo di mediazione. Gli argomenti cardine: statuto, codice etico e carta dei valori. Fin da subito, il ministro degli Esteri Di Maio si era mostrato ottimista: “Non è semplice ma io ci credo, troveremo una soluzione per ripartire”. Un buon auspicio per il lavoro del comitato dei sette (esponenti M5s) incaricati di trovare un verdetto sulle modifiche dello statuto che andasse bene per tutti.

L’ottimismo per il lavoro dei 7

Anche lo stesso Grillo aveva parlato di tempi brevissimi necessari per trovare la quadra. Un passo fondamentale per mettere d’accordo il pensiero del fondatore, praticamente ultimo legame col M5s originario, e il nuovo uomo di punta, Giuseppe Conte. Non si era dati comunque tempi certi, né da una parte né dall’altra: “Il comitato si prenderà il tempo che serve per arrivare a una soluzione, potrebbero volerci tra i sette e i dieci giorni”. La tregua è arrivata prima ma i paletti restano. Si dovrà lavorare in questo senso, altrimenti si rischia che la pax provvisoria sia solo un armistizio.

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