Categories: Primo piano

LULA NOMINATO MINISTRO, PROTESTE IN TUTTO IL BRASILE

Logo Interris - LULA NOMINATO MINISTRO, PROTESTE IN TUTTO IL BRASILE

Logo INTERRIS in sostituzione per l'articolo: LULA NOMINATO MINISTRO, PROTESTE IN TUTTO IL BRASILE

Proteste in tutto il Brasile contro la nomina a ministro dell’ex presidente Lula da parte della presidente Dilma Rousseff. Lula è entrato nel governo come ministro della Casa civile per mettersi al riparo dai giudici della «Mani Pulite» brasiliana, che hanno chiesto il suo arresto in un’indagine sulle tangenti pagate dal colosso petrolifero Petrobrás al suo partito, il Pt. La procura brasiliana sta imputando l’ex presidente e sindacalista per “occultamento di patrimonio” per aver ricevuto due case in “dono” da Petrobrás in cambio di favori.

Il magistrato titolare dell’inchiesta ha intanto reso pubblica una intercettazione telefonica in cui Rousseff dice a Lula che sta per mandargli la nomina a ministro e aggiunge “usala solo in caso di necessità”. Entrando nel governo, Lula avrà infatti un’immunità speciale. La divulgazione del colloquio tra i due – registrato legalmente poche ore prima della nomina di Lula a ministro della presidenza – sta scatenando un vero e proprio terremoto politico.

In seguito alla divulgazione, le proteste sono dilagate in tutto il Brasile: mercoledì sera migliaia di persone hanno manifestato dinanzi la presidenza a Brasilia, chiedendo l’arresto di Lula. Nella notte, una manifestazione spontanea anche nella capitale economica, San Paolo. Sul fronte politico, il partito Repubblicano ha annunciato che abbandonerà l’alleanza di governo, la “camera bassa” ha preannunciato che riprenderà già oggi l’esame di un eventuale impeachment contro la Rousseff, l’opposizione ha chiesto a gran voce le sue dimissioni.

La presidenza ha assicurato che adotterà “tutte le misure giudiziarie e amministrative» contro il magistrato autore della divulgazione. La registrazione era stata autorizzata dal giudice Sergio Moro titolare dell’indagine. Moro, da parte sua, si è limitato a spiegare di aver tolto il segreto dalle intercettazione telefoniche perché le ha considerate di «interesse pubblico”.

Milena Castigli: