Continua a salire il numero dei deceduti tra i medici. Il personale sanitario è in prima linea in questa guerra che si combatte senza armi belliche ma con respiratori e professionalità. Salgono quindi a 66 i dottori morti sul campo di battaglia. Uomini e donne spesso protetti da mascherine e camici non adeguati ma che comunque onorano il loro giuramento, facendosi carico di tutti i pazienti che arrivano nelle strutture. Ai turni massacranti, si aggiunge quindi il peso della responsabilità di avere tra le mani, stanche e squamate dall’umidità dei guanti, la flebile vita dei nostri concittadini. Sono tre i medici deceduti negli ultimi giorni: la dottoressa Gaetana Trimarchi di Messina, Norman Jones cardiologo di Como e Roberto Mileti ginecologo di Roma.
I dati
Sono in totale 66 i medici morti in Italia da quando è scoppiata l’epidemia Covid-19. Lo riporta la Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo) sul suo sito. Si tratta della dottoressa Gaetana Trimarchi di Messina, Norman Jones cardiologo di Como e Roberto Mileti ginecologo di Roma. Il primo decesso elencato dalla Fnomceo risale all’11 marzo scorso e riguarda Roberto Stella, presidente dell’Ordine dei Medici di Varese, nonchè responsabile Area Strategica Formazione Fnomceo. L’ultimo, invece, segnalato è di ieri: quello del ginecologo Roberto Mileti a Roma. Il numero degli operatori sanitari contagiati è in continua evoluzione: secondo gli ultimi dati dell’Istituto Superiore di Sanità relativi a domenica, sono 8.358.
I medici
A tutti i dottori caduti la Federazione dedica una poesia di Giuseppe Ungaretti, “Non gridate più”: Cessate d’uccidere i morti/Non gridate più, non gridate/Se li volete ancora udire,/Se sperate di non perire. / Hanno l’impercettibile sussurro,/Non fanno più rumore/Del crescere dell’erba,/Lieta dove non passa l’uomo. I più colpiti dall’epidemia sembrano essere proprio i medici di famiglia, i quali troppo sovente rimangono esposti al contagio senza alcuna protezione. Le denunce circa tale situazione si registrano da nord a sud. E’ comunque il caso di sottolineare che non si contano casi di defezione tra i medici di base. Questi continuano a garantire assistenza ai loro pazienti. Mentre le ricette, dopo l’intervento del Ministero della Salute, vengono consegnate in via telematica per evitare qualsiasi espressione di contatto sociale.