Su 3.000 casi di contagio studiati, l’80% è guarito entro un mese, mentre poco meno del 5%, tre mesi dopo la diagnosi accusava ancora sintomi come mal di testa, dolori al petto ed eruzioni cutanee. E’ quanto emerge da un ampio studio sul Long Covid, condotto dall’University of South New Wales in Sydney, guidato dalla docente di salute della popolazione Bette Liu.
Lo studio
La ricerca ha seguito circa 3.000 casi registrati in New South Wales, quasi il 95% delle persone aveva contratto il virus nello stato fra gennaio e maggio dello scorso anno. E’ risultato inoltre, che l’età e problemi di salute preesistenti aumentano notevolmente le probabilità di un recupero più prolungato.
La cifra del 5% è significativamente minore rispetto a stime calcolate in altri studi, alcuni dei quali indicano che fino a metà dei pazienti continuano ad accusare sintomi per mesi dopo la diagnosi. La studiosa ritiene che le grandi dimensioni del campione considerato nel suo studio fornisca un quadro più accurato della probabilità di soffrire di Long Covid.
Cos’è il Long Covid
Il tempo necessario per riprendersi dalla infezione da SARS-CoV-2, cioè dalla malattia chiamata Covid-19, è differente da persona a persona: la maggior parte recupera completamente entro due mesi ma alcuni disturbi (sintomi) e manifestazioni cliniche possono durare più a lungo. In questo caso si dice che le persone soffrono di Long Covid, termine inglese che viene comunemente utilizzato per indicare l’insieme dei disturbi e manifestazioni cliniche che permangono dopo l’infezione. La possibilità che i sintomi durino nel tempo non sembra essere collegata a quanto si è stati male durante l’infezione. Può anche succedere che persone che hanno avuto una forma lieve di Covid-19 possano sviluppare problemi a lungo termine. In generale, le donne al disotto dei 60 anni di età sembrano avere il doppio delle probabilità di manifestare il Long Covid rispetto agli uomini, successivamente il livello di rischio diventa simile tra i due sessi.