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Londra accusa Mosca: l’ombra del Russiagate britannico

Il ministro degli Esteri del Regno Unito, Dominic Raab, parla di interferenze quasi certe con le elezioni del 2019

Ha accompagnato praticamente metà della presidenza Trump la vicenda Russiagate. Difficile pensare, almeno finora, di poterla accostare a un altro Paese o, ancor di più, a un’altra figura politica. Il contesto rimane anglofono ma stavolta il lato dell’Atlantico è quello europeo. E la voce è quella del premier britannico Boris Johnson, colui che ha rimesso in piedi il discorso Brexit facendo il pieno di voti alle elezioni politiche del 2019. Anzi, in realtà la voce sarebbe quella di Dominic Raab, ministro degli Esteri e autore del “j’accuse” alla Russia di aver “interferito nelle elezioni britanniche del 2019”. Un leitmotiv che in realtà è roba vecchia a Londra, considerando che già ai tempi del referendum per la Brexit (2016) venne fuori un’accusa simile.

Il “paper”

In ballo ora non c’è la Brexit, già bella che avviata e fra i dossier scottanti di Bruxelles, ma l’election day del dicembre scorso che, di fatto, l’addio all’Ue lo ha legittimato. Consegnando naturalmente a Boris Johnson il bastone del comando necessario a traghettare il Regno Unito fuori dal consesso continentale. Ora, sul piatto, c’è nientemeno che l’accusa di aver “amplificato” la pubblicazione sul web di un documento riservato che finì nelle mani di Jeremy Corbyn, allora leader dei Lab. Paper che consentì all’epoca all’avversario numero uno di Johnson di elaborare l’accusa di voler minare il servizio sanitario della Gran Bretagna svendendolo agli Stati Uniti. Una vicenda che già allora fece discutere, soprattutto sul come Corbyn sia entrato in possesso del documento ma che, stavolta, crea davvero tutti i presupposti per un nuovo possibile Russiagate. Oltremanica anziché oltreoceano.

Londra e Mosca, relazioni fredde

I toni usati da Raab sono quelli che accompagnano questi casi. E, nel riferire che “la Russia ha interferito con le elezioni dello scorso dicembre”, definendo il comportamento “inaccettabile”, il ministro degli Esteri alza la prima barricata. “Dobbiamo difendere la nostra democrazia e le elezioni. In corso c’è un’inchiesta. Il governo britannico si riserva di rispondere con le misure adeguate”. La questione sarebbe riemersa dopo “analisi approfondite”, che avrebbero permesso all’Intelligence anglosassone di capire che il documento riservato finito sul sito Reddit fosse frutto di un hackeraggio compiuto da Mosca. Un dossier che probabilmente sarà parte del venturo Russian Report, la “relazione sulle relazioni” fra i due Paesi. In attesa della replica russa, inevitabile che la tensione sia risalita. Del resto, i rapporti fra Mosca e Londra hanno risentito di diversi casi negli ultimi anni. E il l’accusa di avere a che fare con il “leak” potrebbe fare altrettanti danni del caso Skripal.

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