Torniamo a Wembley, ancora. Da campioni d’Europa e da sconfitti nella Finalissima contro l’Argentina. Con la volontà di battere ancora gli inglesi in casa loro e di mettersi sulla strada migliore per accedere all’Europeo in Germania dell’anno prossimo. Tutto affascinante se non fosse che, proprio come nel 2021, sulla passeggiata verso l’arco d’acciaio dello stadio pesa un’ombra incombente. All’epoca quella del Covid, da poco superato nella sua fase più acuta. Ora quella degli effetti riflessi del nuovo caos che sta sconvolgendo il Medio Oriente, dove lo scambio di razzi e le minacce di un’offensiva via terra non sono le uniche fonti di preoccupazione. Quanto accaduto in Francia e, non più tardi di ieri sera, a Bruxelles, hanno convinto le autorità britanniche (e non solo) a prendere misure drastiche per garantire la sicurezza. E allora, il match di qualificazione a Euro 2024 tra Inghilterra e Italia sarà guardato a vista da ben altri occhi che quelli dei tifosi.
Cordone attorno a Wembley
Scotland Yard ha annunciato una presenza massiccia sul territorio attorno allo stadio e nelle vie principali di avvicinamento. “Una presenza estremamente visibile”, per dirla usando le parole stesse della Metropolitan londinese. Misure di sicurezza rafforzate, nonostante fossero già ai massimi livelli, per scongiurare episodi come quello avvenuto nella capitale belga, dove la follia di un singolo, inneggiante all’Isis, ha portato alla morte di due persone di nazionalità svedese e al rinvio della partita tra gli scandinavi e i padroni di casa del Belgio. Strade sorvegliate a vista anche poco più a sud, oltre la Manica, dove almeno 600 agenti saranno schierati a cordone attorno al “Pierre-Mauroy” di Villeneuve-d’Ascq, alle porte di Lille, teatro della sfida tra Francia e Scozia e dove sono attesi quasi 2 mila tifosi scozzesi. Il ministro degli Interni francese, Gerald Dramanin, ha fatto inoltre sapere che il numero degli agenti al confine con il Belgio è stato raddoppiato. Anche perché, in terra transalpina, sono ancora in corso i Mondiali di rugby.
Allerta massima
L’obiettivo è chiaro: blindarsi senza blindare. Per far sì che, almeno lo sport, possa essere seguito come parziale lenitivo alla preoccupazione. Ma niente può essere lasciato al caso in questo momento. I principali Paesi europei, seppur con livelli di rischio differenti, hanno alzato le misure di sicurezza e sorveglianza, schierando il maggior numero possibile di agenti a protezione degli eventi di grande richiamo. Il che, a Londra, si è tradotto con la diramazione di un bollettino di allerta, in un’ingente presenza di polizia nelle strade e in un rafforzamento dei controlli ai varchi di accesso alle aree centrali, oltre che a Wembley. Nelle scorse ore, il presidente della Fifa, Gianni Infantino, aveva espresso le proprie condoglianze ai cittadini di Belgio e Svezia “a nome della comunità calcistica”. Che cerca di andare avanti, nonostante tutto.