Si svegliano in una nuova fascia di rischio cinque regioni italiane. Lombardia, Piemonte e Calabria si preparano a vivere la prima settimana in zona arancione, mentre Liguria e Sicilia, in gialla, quella a minor rischio ma che non consente, come nemmeno gli altri casi, il liberi tutti. Lo ha ricordato l’Istituto superiore di Sanità nel suo monitoraggio settimanale e lo ha ribadito anche il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, che invita la popolazione lombarda a non vanificare gli sforzi fatti finora. “Grazie ai sacrifici dei lombardi – spiega – ora siamo in zona arancione e potremo riaprire gli esercizi commerciali”. Ma questo non significa “un liberi tutti”. Stessi toni per il presidente del Piemonte Alberto Cirio: “Non possiamo sprecare questo grande sforzo, non possiamo permetterci di tornare indietro”. Per il governatore facente funzioni della Calabria, Nino Spirlì, si parla di “un piccolo miracolo istituzionale”.
La zona arancione
In sostanza, nonostante il “cambio di colore”, per le tre regioni restano misure piuttosto stringenti anche se più soft rispetto al mini-lockdown adottato finora. I negozi riaprono ma i ristoranti e i bar resteranno chiusi, seppure con il servizio da asporto. I centri commerciali resteranno chiusi nei giorni festivi e prefestivi, eccetto le farmacie, parafarmacie ed esercizi di generi alimentari, oltre a eventuali edicole e tabaccherie all’interno di essi. Prorogata la chiusura per musei, mostre e altri eventi culturali. Per quanto riguarda la circolazione, vigerà il coprifuoco a partire dalle ore 22 fino alle 5 del mattino, salvo esigenze o comprovate motivazioni. Sulla mobilità tra regioni e comuni, resta il divieto se non per motivi di lavoro, salute, necessità o studio. Riduzione del trasporto pubblico fino al 50% del proprio carico, eccetto quelli scolastici. Aperti i centri sportivi, non le palestre, le piscine, cinema e teatri.
Didattica a distanza
Per la scuola, vigerà la didattica a distanza per le scuole superiori, tranne che per attività laboratoriali e per gli studenti con disabilità. In Piemonte, invece, la linea adottata sarà più stringente, con le lezioni a distanza che interesseranno anche i ragazzi della seconda e terza media poiché, come ricordato dal governatore Cirio, “vogliamo riaprire in sicurezza per non chiudere fra un mese“. Chiuse per tutti le università a eccezione, anche qui, di attività di laboratorio e di alcune specifiche attività per gli studenti appena immatricolati.